venerdì 31 agosto 2012

Gesuiti: L'Attendibilità di Alberto Rivera - Parte 2




Alberto Rivera è serio?
di Sidney Hunter
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it
Leggi la prima parte:  Gesuiti: L'Attendibilità di Alberto Rivera - Parte 1

Accusa numero 7:
Rivera ha sbagliato nella sua affermazione che i Gesuiti hanno preparato la rivoluzione russa e aiutarono Marx, Engels, Trotsky, Lenin e Stalin a diffondere il comunismo al fine di distruggere la Chiesa ortodossa.

Risposta: non si può negare che la rivoluzione russa sia stata creata da interessi esterni. Nessun movimento di persone da solo avrà successo contro un esercito moderno senza un aiuto esterno. I vecchi tempi di Robin Hood, quando un paio di ribelli potevano turbare un esercito bene addestrato, sono finiti.

Oggi qualsiasi forza ribelle che vuole avere successo deve possedere molte delle armi moderne. Il problema è come ottenerle. Essi non possono fabbricare le armi, né è possibile sequestrarne una quantità sufficiente dal nemico. Esempi moderni di questo sono il Vietnam e l'Afghanistan. I comunisti in Vietnam ebbero successo solo a causa delle massicce spedizioni di armamenti russi all'interno dei porti del Vietnam del Nord. Le forze anticomuniste in Afghanistan non possono avere successo senza un limitato aiuto esterno.

Così è stato nel 1917. Senza un aiuto esterno, la rivoluzione comunista sarebbe svanita in fretta. Wall Street And The Bolshevik Revolution, il libro ben documentato di Anthony Sutton, mostra come il denaro,
dalle banche tedesche e americane, per il tramite delle banche svedesi, fu spostato in Russia per gli usi dei Bolscevichi.
Ora si pone la questione: chi erano quei poteri a tal punto interessati al movimento comunista da arrivare ad inviargli grandi quantità di denaro e armi sufficienti per aiutarli a vincere? Vedi National Suicide, di A. Sutton, pagina 76! La spiegazione generale è che il governo tedesco voleva aiutare i Bolscevichi al potere di modo che essi avrebbero posto fine alla guerra.

Su questo punto può essere detto molto, ma il tempo non lo permette. Le affermazioni di Rivera circa la forza segreta dietro il movimento Bolscevico, che hanno più senso rispetto a tutte le altre, sono confermate da Avro Manhattan nel suo libro The Vatican Billions. Alle pagine 124-125 egli scrive ciò:
 

"Il rovesciamento del sistema zarista, pertanto, portava con sé l'inevitabile rovesciamento della Chiesa ortodossa stabilita. Per il Vaticano, che aveva mosso guerra contro la Chiesa ortodossa dal XI secolo, la caduta del suo rivale millenario era troppo bella per essere vera. Il male del bolscevismo poteva in questo modo essere accettato in vista del fatto che esso avrebbe distrutto la Chiesa ortodossa - con una sola condizione, comunque, che esso avrebbe dovuto dare alla Chiesa Cattolica una mano libera per completare il lavoro di eliminare l'Ortodossia in Russia una volta per tutte."
"L'accordo fu accettato, e così avvenne che, mentre il Vaticano si scagliava contro il bolscevismo, i Bolscevichi del Cremlino e i diplomatici Vaticani a Roma iniziarono negoziati segreti. Lenin fu d'accordo con il Papa. Furono istituiti gli apparati. Commissioni Pontificie, alcune guidate da prelati americani, furono spedite nella Russia bolscevica, travestite da missioni di soccorso per la fame e simili."
"A Roma e altrove, ai preti cattolici furono dati insegnamenti accelerati in teologia e rituali Russi Ortodossi. Furono pianificati progetti grandiosi per la presa in consegna della Chiesa Ortodossa, al fine di bloccarla, armi e bagagli, comprese le rivendicazioni delle sue precedenti ricchezze e terre; questi dovevano essere proposti in una fase successiva, una volta che il cattolicesimo aveva preso il sopravvento."
La ragione per cui l'affare saltò può essere attribuito alla bravura di Lenin, che alla fine si rese conto delle vere motivazioni del Vaticano. Ora, se vi interessa leggere attentamente l'intero capitolo dei libri di cui sopra e di Wall Street And The Bolshevik Revolution, vedrete che emerge un quadro che è abbastanza vicino alle affermazioni di Rivera, cioè che i Gesuiti hanno assemblato la Rivoluzione Russa.

Accusa numero 8:

E' sbagliato dire che i Gesuiti scrissero il Mein Kampf di Hitler come parte del loro piano generale per far prendere in consegna la Germania ad Hitler.
Risposta: Rivera non è certo da solo in questa convinzione. Andrew Sinclair, a pagina 9 del suo libro The Great Silence Conspiracy, dice:


"Chi ha scritto il Mein Kampf? il Mein Kampf, la bibbia nazista, si suppone che a scriverlo dovesse essere stato Hitler, ma Otto Strasser in Hitler And I dice che il Mein Kampf fu scritto da un prete Cattolico Romano, Padre Bernhardt Stempfle, secondo le note fornite da Hitler. Otto Strasser, un Cattolico Romano, fu uno dei fondatori del Partito Nazista; Stempfle, un noto antisemita, fu membro dell'Ordine Cattolico di San Girolamo."
[nota di nwo-truthresearch: Giorgio Galli, nel suo libro HITLER E IL NAZISMO MAGICO, afferma che:

"È lungo questa linea di sviluppo che si colloca la stesura del Mein Kampf, con le sue enunciazioni, le sue distorsioni e cancellazioni e i suoi silenzi, nell'inverno 1923-24.[...]Vi è una quarta persona che concorre alla stesura, è un ex sacerdote cattolico, Bernhard Stempfle, già membro, come Hess, della società Thule. Nella storiografia ufficiale compare così: "Alla correzione del libro, quanto mai necessaria, provvide un ex religioso, un pubblicista antisemita che, per ricompensa di questo incarico di fiducia, venne ucciso nella sanguinosa giornata del 30 giugno 1934". (29) E: "Tra gli assassinati del 30 giugno vi era padre Stempfle, che era stato tra i curatori del Mein Kampf, ma in seguito si era allontanato dal partito".(30) Nel testo di Sebottendorff viene presentato in questo modo: "Ariano, professore, consulente scientifico e collaboratore dell'Istituto Rehse di Monaco. Propugnatore di antica data del movimento nazional-popolare, interessatesi alla difesa dell'identità razziale tedesca sin dal 1918. Nel 1919 [operò] per consentire l'ingresso in Baviera del corpo franco di Epp. Editore di una rivista intitolata "Proiettili illuminanti" nel 1918-1919. Dal 1922 al 1925 ha diretto il "Miesbacher Anzeiger"".(31)
Eric Jon Phelps, nel suo libro Vatican Assassin, a pagina 1174 afferma: "I Generali Gesuiti  Ledochowski (1915-1942) e Janssens (1946-1964), usando la loro Compagnia di Gesù nel controllo del Nazista Cattolico Romano Hitler e degli ebrei sionisti laburisti, non hanno forse fatto le stesse cose ai miseri ebrei d'Europa solo sessantacinque anni fa? Caro cercatore della verità, Martin Lutero non scrisse mai queste parole, in quanto non sono comprese nel suo stile né trasmettono le sue convinzioni dottrinali bibliche. Scritte dopo la sua morte nel 1546 e poi ingannevolmente attribuite al grande riformatore come se fosse stata una cosa scritta da lui nel 1543, queste sono le parole crudeli dei Gesuiti, che tradiscono le loro dottrine difese dal loro malvagio Concilio di Trento! Queste dottrine sono state sostenute ulteriormente nel Mein Kampf di Hitler, essendo questo volume stato scritto segretamente da un sacerdote membro della Massonica Società Thule di Monaco, al lavoro per la Compagnia, Bernhardt Stempfle.[enfasi aggiunta]]
Troviamo lo stesso insegnamento in The Secret History Of The Jesuits, di Edmond Paris. A pagina 138 leggiamo quanto segue:


"Il Fuhrer era salito al potere, grazie ai voti del Zentrum cattolico, solo cinque anni prima, ma la maggior parte degli obiettivi cinicamente rivelati nel Mein Kampf erano stati già realizzati; questo libro, una sfida insolente alle democrazie occidentali, è stato scritto dal [controllato dai] gesuiti padre Stempfle e firmato da Hitler. Perché, mentre molti ignorano il fatto, è stata la Compagnia di Gesù che perfezionò il famoso programma pan-tedesco come presentato in questo libro, e il Fuhrer lo ha approvato."
[nota di nwo-truthresearch: Marco Dolcetta, in un articolo dal titolo Hitler Come Guida Religiosa (seconda Parte) afferma:"Ricordandosi delle istituzioni e delle idee che lo avevano influenzato, Hitler confessava che doveva molto al terrori­smo marxista, ai Padri della Chiesa e ai Liberi Muratori. Ma concludeva sempre: «Soprattutto ho imparato dalla Compagnia di Gesù». Il giuramento di fedeltà al Fiuhrer ricorda in modo palese la formula del voto speciale di obbedienza che i gesuiti riservano alla persona del Papa. Hitler parlava delle sue SS come di un'«élite che porta il simbolo sacro ed e vestita di nero, allo stesso modo del­l'Ordine ignaziano», ed esortava gli ufficiali a studiare gli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola per esercitarsi nella disciplina della fede. Lo stretto parallelo fra fede verso Dio e il sacro giura­mento di obbedienza a Hitler è descritto in un articolo sul giuramento nel giornale nazista «Volkischer Beobachter»: «Una giornata storica come quella di ieri ha testimoniato la professione della religione del sangue in tutta la sua realtà imponente. [...] Chiunque abbia giurato la sua obbe­dienza a Hitler si impegna fino alla morte per questa idea sublime». Le intimidazioni di scomunica e anatemi che Hitler lanciava contro eretici e non-credenti erano molto simili a quelle scagliate da Gregorio VII contro i suoi nemi­ci."]
Qui, dalla penna di due attendibili fonti esterne di informazione [nota di nwo-truthresearch: più le nostre], abbiamo le stesse esatte affermazioni che sta facendo Rivera. Ancora una volta, questa non è l'affermazione selvaggia di un singolo uomo, è storia comune, a disposizione di chiunque voglia studiare e scoprire.

Accusa numero 9:

E' sbagliato dedurre che i Gesuiti iniziarono una nuova Inquisizione e proseguirono gli sforzi per annientare gli ebrei portando Mussolini, Hitler e Franco al potere.
Risposta: A pagina 15 di The Vatican Against Europe, di Edmond Paris, leggiamo:


"Nel 1922 Papa Pio XI indossò la tiara. Il Papato aveva perso la prima guerra; esso era in procinto di preparare la seconda. Cosa stava accadendo in Europa tra le due stragi? In Italia ebbero luogo negoziati segreti tra gli agenti papali e Mussolini, 'l'uomo della provvidenza'. Il sacerdote Don Sturzo, capo del gruppo cattolico, aveva votato con pieni diritti il Duce a novembre del 1922. Poi venne il Trattato del Laterano, per sigillare l'unione tra il fascismo e il Papato, la conquista dell'Europa - benedetta dal clero - e, il venerdì Santo del 1939, l'aggressione contro l'Albania."
"In Germania, il Nunzio Apostolico a Berlino, mons. Pacelli, e Franz von Papen, ciambellano privato del Papa, sostenevano una 'unione con Roma' e si concentrarono sulla caduta della Repubblica di Weimar. I cattolici tedeschi erano ostili al nazismo, ma furono informati che lo stesso papa era 'disposto favorevolmente verso Hitler'. Di conseguenza, il cattolico Zentrum, asse di tutte le maggioranze parlamentari, votò pieni diritti a Hitler il 30 gennaio 1933."
"Questa operazione fu prontamente seguita, come in Italia, dalla conclusione di un Concordato che fu molto vantaggioso per la Chiesa romana. L'episcopato tedesco giurò fedeltà al Fuhrer e le organizzazioni giovanili cattoliche si combinarono con quelle dei nazisti...In Spagna, la Vergine apparve qua e là, e le effigi di Cristo versarono lacrime. Questi erano i segni inconfondibili che la Repubblica e il suo empio regime non sarebbero durati a lungo."
"Il 31 marzo 1934 fu firmato il Patto di Roma, con l'impegno del sostegno a Mussolini e Hitler per la ribellione. La 'guerra santa' era scoppiata. Nel 1937, nel bel mezzo della guerra, il Vaticano riconobbe de jure il governo di Franco come il suo portatore di spada, che fu in seguito decorato con il Supremo Ordine di Cristo. 'Siano benedette le armi, qualora i fiori del vangelo siano al loro seguito!' Presto l'Azione Cattolica doveva diffondere la sua tirannia in tutto il paese in rovina. Pax Christi!"
Alle pagine 96 dello stesso libro si legge una dichiarazione del [Cavaliere di Malta] Franz von Papen, il Nunzio Apostolico - vale a dire il braccio secolare del papa Pio XI. Sotto il titolo "Cattolici e Cristiani Socialisti votano per la dittatura di Hitler", von Papen scrive:
Franz von Papen

"La sera del 30 gennaio 1933, il giorno in cui fu costituito il governo, ero in piedi alle spalle di Hitler sul balcone della nuova cancelleria. Stavamo guardando una processione infinita, centinaia di migliaia di uomini che, torcia in mano, stavano marciano oltre Hindenburg e il Furhrer. La faccia di Hitler era in estasi e quando si voltò a parlare con me ci fu un singhiozzo nella sua voce. 'Che tremendo compito ci siamo dati, signor von Papen'."
"Io fui felice di essere in grado di concorrere...'Tu sei un soldato, Herr von Papen', mi disse, 'così devi sapere che bisogna sempre marciare con i più forti e grandi battaglioni. Se tu ed io marciamo assieme, siamo certi di una maggioranza e di conseguenza del successo!"
Si, in effetti Hitler marciava con i più forti battaglioni, marciò come un Romanista in un esercito Cattolico Romano! Nel libro di Paris può essere rinvenuto molto altro materiale prezioso, ma passiamo ad un altro autore che conferma Rivera.
Guardiamo ora Peter's Tomb Recently Discovered In Jerusalem, di F. Paul Peterson. Nella quarta edizione, del 1971, a pagina 63, ci viene detto:

"Ma qualcuno dirà che il cattolicesimo crede in Dio. Come può davvero credere in Dio e uccidere 69 milioni di persone, continuando, fino ad oggi, ad uccidere i cristiani in Messico, Colombia e Spagna?"
"Anche Hitler era cattolico, come lo erano tutti i suoi generali e consiglieri. Il Papa ha mai scomunicato Hitler o uno dei suoi generali per questi crimini? Mai! In realtà, come ho detto nel mio libro The Rise And Fall Of The Roman Catholic Church, il Papa fu dentro la seconda guerra mondiale tanto quanto lo furono Hitler e il Cattolico Mussolini e quindi è altrettanto colpevole dell'omicidio di sei milioni di ebrei. Infatti, i Papi hanno istigato la maggior parte, se non tutte, le guerre europee nel corso dei secoli."
Guardiamo di nuovo a The Vatican Moscow Washington Alliance di Avro Manhattan. Dal capitolo "The Swastika and the Triple Tiara," apprendiamo:
I Patti Lateranensi

"Nel 1929, il governo fascista d'Italia e il Vaticano firmarono l'accordo Laterano e Mussolini concesse alla Chiesa quei privilegi straordinari che essa aveva chiesto. Tutti i vescovi italiani erano tenuti a prestare giuramento di fedeltà al Duce (art.20 del Concordato). La Chiesa aveva voltato le spalle al socialismo, sia di tipo marxista o ostentatamente cattolico, schierandosi con le forze anticomuniste d'Europa."
"La più forte e potente di queste fu il nazismo. Il Vaticano aiutò Hitler a raggiungere il potere e poi lo aiutò a consolidare la sua presa sulla Germania. Ciò è stato fatto in parte attraverso il 'consiglio' al Partito Cattolico della Germania di votare per i candidati nazisti."
"Il voto Cattolico diede a Hitler la maggioranza di cui necessitava per formare legalmente un governo nel 1933. Oltre a questo, il Vaticano ordinò ai membri Cattolici del Parlamento del Reichstag di supportare la legislazione che dava a Hitler il potere di governare per decreto. Questa misura diede il potere dittatoriale di cui Hitler aveva bisogno per distruggere i Comunisti tedeschi."
"Dopo che la legge era stata approvata, il Vaticano ordinò al partito cattolico tedesco di sciogliersi, come aveva già ordinato di fare al suo omologo italiano nel 1927. In risposta alla direttiva del Vaticano, il partito cattolico tedesco venne smobilitato nell'estate del 1933."
"L'intero affare Vaticano-Hitler fu condotto in segreto prima che Hitler diventasse cancelliere della Germania nel gennaio del 1933. Nel giugno dello stesso anno, Hitler e il Vaticano firmarono un Concordato, in base alle clausole per le quali la Chiesa giurava fedeltà al regime nazista. Ecco le parole testuali:"Giuro e prometto di onorare il Governo legalmente costituito, ovvero, quello Nazista, che si adopererà per evitare tutti gli atti pregiudizievoli che potrebbero metterlo in pericolo"(articolo 16 del Concordato)."
"Poco dopo, il cattolico Franz von Papen, il comandante in seconda di Hitler, raffigurò l'essenza dell'alleanza Vaticano-Hitler in modo molto succinto con queste parole:'Il Terzo Reich', egli disse, 'è la prima potenza che, non solo riconosce, ma mette in pratica gli alti principi del papato'(Der Volkischer Beobachter, gennaio 1934)."
Permettetemi ora di provare, attraverso il libro The Great Silence Conspiracy, di Andrew Sinclair, che sia Rivera che Chick hanno ragione riguardo a ciò che stanno dicendo.
A pagina 7 di tale opuscolo si chiede:"Hitler era un cattolico romano?" Hitler, un austriaco, non un tedesco, fu il prodotto di una "educazione" cattolico romana; i suoi genitori erano così strettamente legati ad essa che fu necessaria una dispensa episcopale per il matrimonio. Egli nacque presso l'Hotel Zum Pommer a Braunau, in Austria, il 20 aprile 1889. Egli nacque battezzato e crebbe come un cattolico romano.'
Il Dottor Henry Picker, autore de The Hitler Phenomenon, traduzione inglese, pubblicato nel 1974, entrò nella cerchia degli intimi di Hitler nel 1943. A pagina 8 del libro di Picker si dice:


"Hitler 'non lasciò mai la Chiesa, egli pagò sempre le sue rate alla Chiesa puntualmente...Da quando trascorreva il suo tempo nel coro di ragazzi presso il Convento di Lambach, aveva ammirato la Chiesa romana, con la sua organizzazione, le sue cerimonie, i suoi simboli e le sue bandiere e copiò questi nei minimi dettagli per il suo ministero temporale."
A pagina 8 de The Hitler Phenomenon, è sollevata un'altra questione interessante:
"Dove venne fondato il Partito Nazista? Esso venne fondato nella Cattolica Baviera (enfasi loro), nella Germania irlandese; la sua sede era a Monaco di Baviera, la Dublino della Germania."
Adesso ritorniamo all'opuscolo di Sinclair, a pagina 10:
"Quando Hitler divenne cancelliere, chi fu il vice cancelliere? Il Barone Konstantin von Neurath, un cattolico romano, fu il primo Ministro degli esteri di Hitler."
Andiamo a pagina 11 e leggiamo:
"Chi era il capo della propaganda nazista? Il bugiardo numero 1 del partito nazista, il ministro nazista della Propaganda, il capo della stampa, della radio, del teatro, ecc., fu il Dottor P.J. Goebbels, anch'egli un cattolico romano. Konstantin, Duca di Baviera, un cattolico romano, nel suo libro The Pope, a pagina 77, disse che Goebbels 'ricevette un'educazione gesuita, frequentò un'accademia cattolica in Renania e ricevette la borsa di studio per la sua formazione da un istituto cattolico.'"
Sinclair continua dicendo:
Goebbels

"Goebbels fu addestrato dai bugiardi più sfacciati del mondo"
Citiamo ancora, dalla stessa fonte, la pagina 15:
"Bormann fu un cattolico romano? Il dramma THE VICAR, di Rolf Huchhuth, non è finzione; esso è più storicamente accurato di qualsiasi libro di storia. Nell'edizione americana del dramma, Huchhuth fornisce 66 pagine di documentazione. Fu a lungo noto che Goebbels studiò per il sacerdozio. L'austriaco fascista Dollfuss studiò anch'egli per il sacerdozio. Ma Rolf Huchhuth dice:"Hitler, Goebbels, Bormann, Kaltenbrunner, Hoess ... studiarono per il sacerdozio".
Quindi Rivera non sbagliava nelle sue affermazioni. Stava dicendo la pura verità, come verificato da molte fonti attendibili. Dobbiamo ammettere, tuttavia, che possiamo certamente capire il perché l'istituzione cattolica romana sia così arrabbiata che egli stia facendo luce su questi particolari fatti della storia.
[inserto di nwo-truthresearch: Ricordiamo che ci furono anche contrasti tra il Nazismo e la Chiesa Cattolica, che alcuni siti cattolici prendono come prova che il Nazismo e i suoi gerarchi si opponevano anche al Vaticano, e viceversa; ma lo stesso avvenne con altri Dittatori istruiti dai Gesuiti [Stalin, Castro] che, apparentemente, andarono lontano dagli insegnamenti della Chiesa, solo per appoggiare, segretamente, i piani Gesuitici; Brian David Andersen afferma: "Stalin, che ricevette l'istruzione dai Gesuiti e da questi fu messo al potere, trucidò milioni di Cristiani Ortodossi Russi, i discendenti dei quali avrebbero rifiutato di convertirsi alla Chiesa Cattolica una volta che, nel 21° secolo, fosse stato insediato il Nuovo Ordine Mondiale." Quindi, a nostro avviso, la questione è molto complessa, Phelps afferma, ad esempio: "Roma fece finta di opporsi al Comunismo Sovietico in modo da ingannare l'Occidente anti-comunista, mentre le agenzie di intelligence lavoravano insieme segretamente 'su entrambi i lati'." (si veda anche La Bufala della Guerra Fredda). Abbiamo trattato le relazioni tra nazismo e vaticano-gesuiti in questo post. Inoltre bisogna anche comprendere gli apparenti contrasti tra lo stesso Papa Pio XI e l'antisemita Generale dei Gesuiti Wladimir Ledochowski. I contrasti tra Gesuiti e Vaticano non appaiono infrequenti; lo stesso accadde con il fondatore degli Illuminati, Adam Weishaupt, anch'esso istruito dai Gesuiti e insegnante Diritto Canonico Cattolico presso l'Università di Ingolstadt dei Gesuiti, che creò quest'Ordine per opporsi al Vaticano per via della sua soppressione dei Gesuiti avvenuta nel 1773. Riguardo a Ledochowski possiamo citare l'articolo Enciclica «Humani Generis Unitas», tratto dal blog Pio XI - contestatore solitario:
Papa Pio XI

"A fine giugno 1938 Pio XI ricevette in udienza privata, nella sua residenza estiva di Castelgandolfo, il gesuita americano John LaFarge, il quale aveva già scritto un libro contro le discriminazioni razziali negli Stati Uniti, incaricandolo di redigere un'enciclica contro il razzismo e l'antisemitismo, non senza averlo prima impegnato alla massima segretezza. LaFarge, che era in viaggio per l'Europa e si trovava piuttosto per caso a Roma, ne rimase del tutto sorpreso; gli parve infatti che "gli fosse caduta in testa la rocca di san Pietro"[...]
Dopo tre mesi di intenso lavoro a Parigi, con l'assistenza di due altri gesuiti (il tedesco Gustav Gundlach e il francese Gustave Desbuquois), la bozza dell'enciclica in settembre era pronta e trasmessa non direttamente a Pio XI, bensì - "seguendo l'iter consueto" - al generale dei gesuiti, il polacco Wladimir Ledochowski. E qui iniziarono le "manovre dilatorie".
L'antisemita Wladimir Ledochowski

Grazie ad una lettera recentemente riemersa si ha ora la certezza che Pio XI ricevette la bozza soltanto parecchio tempo più tardi, a fine gennaio 1939, poche settimane prima della sua morte. Si tratta della lettera che Ledochowski spedì al pontefice il 21 gennaio 1939 e che inizia con le parole: «Beatissimo Padre, mi permetto di mandare subito [!] a Vostra Santità lo schema del Padre LaFarge sul Nazionalismo ... »
Dopo averla trattenuta per quattro mesi (!), Ledochowski trasmise la bozza a Pio XI poche settimane prima del decennale dei Patti lateranesi, ben sapendo che papa Ratti era ora pienamente assorto dai preparativi per l'anniversario. Ben sapendo anche che il pontefice, ormai più che ottantenne, era gravemente ammalato e perciò spesso non in grado di operare - che non gli sarebbe tutto sommato stato possibile occuparsi ora anche dell'enciclica. Infatti Pio XI poi morì il 10 febbraio, un giorno prima delle celebrazioni per l'anniversario.

A parte la lentezza diciamo pure "burocratica" nel trattare un tema che Pio XI riteneva quello "attualmente più scottante", dalla lettera di Ledochowski apprendiamo pure che egli voleva far riedigere la bozza dal padre gesuita Enrico Rosa, autore di parecchi articoli estremamente "antigiudaici" su «Civiltà Cattolica»; per esempio, secondo Rosa l'odio contro gli ebrei era comprensibile perché «più degli altri popoli esposto all'odio per le sue stesse malefatte.»
(Per scusare le manovre dilatorie di Ledochowski si fà spesso notare che egli temeva il bolscevismo alle porte della sua patria più che "la peste bruna"; sul fatto che era pure antisemita e che ciò ha indubbiamente contribuito in maniera sostanziale a frenare la sua premura si preferisce invece sorvolare.)
Contenuto della bozza

Soltanto l'inizio dei capitoli riguardanti gli ebrei promettono di divenire un'enciclica contro l'antisemitismo (punto 131 e 132 che condannano in parole severissime le persecuzioni antiebraiche). Ma poi il tono cambia drasticamente e vi si leggono soltanto ancora le ben note tirate antiebraiche:
Dall'accusa di deicidio, per cui gli ebrei attirarono su di loro l'ira di Dio provocando la loro stessa sventura, all"accecamento" e la caparbietà dei giudei, la loro avidità e smania di potere, la loro malevolenza verso il cristianesimo e dunque i pericoli cui i cristiani sottoporrebbero le loro anime al contatto con gli ebrei, nonché la necessità di conversione al cristianesimo (specie su quest'ultima l'autore sembra oltremodo premere). Queste parti "antigiudaiche" sono però unanimemente attribuite non a LaFarge, bensì a Gustav Gundlach, autore di altri simili articoli, per esempio nel "Lexikon für Theologie und Kirche" del 1930. Fu però Ledochowski, pure egli antisemita, ad incaricare Gundlach di assistere LaFarge nel redigere la bozza (cosa che già si sapeva e ora anche menzionata dallo stesso LaFarge in una sua lettera a Pio XI).
Il testo della bozza si trova nel libro di G. Passelecq e B. Suchecky: "L'enciclica nascosta di Pio XI. Un'occasione mancata dalla Chiesa cattolica nei confronti dell'anti-semitismo." Su internet non lo trovo a parte alcuni corti estratti (in tedesco invece si trova qui).
Spesso si legge che "l'enciclica di Pio XI", a parte alcuni passaggi meritevoli, era anch'essa imbevuta dell'antigiudaismo tipico della Chiesa cattolica. Ma si trattava soltanto di una bozza che Pio XI, lungi dall'averla approvata, con molta probabilità non aveva nemmeno ancora letto, visto che appunto gli fu consegnata soltanto pochissimo tempo prima della sua morte. Personalmente ho i miei più grandi dubbi che egli avrebbe approvato il testo (per intero). "Accantonamento" e ritrovamento.
L'enciclica non fu mai pubblicata dal suo successore Pio XII che non riteneva il tema per nulla quello "attualmente più scottante" come invece lo definì Pio XI. Non se ne ebbe notizia fino al 1973, quando estratti della bozza furono pubblicati dal "National Catholic Reporter" statunitense in seguito al ritrovamento della versione inglese (dell'ormai defunto LaFarge) in un collegio gesuita negli Stati Uniti. Ledochowski aveva lasciato a LaFarge di pubblicare l'enciclica come lavoro privato, a condizione che non vi si facesse assolutamente alcun'accenno che a commissionarla era stato il pontefice defunto. Perchè LaFarge non fece mai accenno all'enciclica fino alla sua morte nel 1963?
Nel 1975 il teologo Johannes Schwarte pubblicò, nell'ambito di una dissertazione, la versione tedesca ritrovata nell'armadio dell'ospedale nel quale Gundlach morì nel 1963.
Soltanto nel 1989 (!) anche il Vaticano ammise pubblicamente che Pio XI aveva preparato un'enciclica sull'"unità del genere umano". Si rifiuta di però fino ad oggi di pubblicare il contenuto della bozza.
Nel 1995 seguì poi il lavoro più importante e conosciuto: "L'encyclique cachée de Pie XI. La découverte" dei due belgi Georges Passelecq, padre benedettino, e Bernard Suchecky, storico ebreo. Di cui nel 1997 apparve la versione in italiano: «L'enciclica nascosta di Pio XI. Un'occasione mancata dalla Chiesa cattolica nei confronti dell'antisemitismo».
Quali conseguenze avrebbe però avuto l'enciclica se - come voluto da Pio XI - sarebbe apparsa già verso la fine del 1938? Come tale sarebbe stata vincolante per tutti i cattolici (in Germania e nel mondo intero). Lascio al singolo lettore figurarsi le conseguenze ...
"[enfasi aggiunta]
Sul sito Adista troviamo un articolo dal titolo ANTISEMITISMO E OPPOSIZIONE AL NAZISMO: PACELLI CENSURÒ PAPA PIO XI dove si afferma: 

"Sembra sempre più vicino alla beatificazione, eppure papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli, è tornato ancora una volta al centro di roventi polemiche per il suo controverso ‘silenzio’ di fronte al nazifascismo. L’occasione è stata l’uscita del libro di Emma Fattorini, docente di Storia Contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma, Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa (Einaudi, pp. 252, 22 euro) che, per la prima volta, ha potuto basarsi sui documenti dell’Archivio Segreto Vaticano - da poco resi accessibili agli storici - relativi al pontificato di Pio XI, al secolo Achille Ratti. Come noto, Pio XI, eletto papa nel 1922, era stato sin dall’inizio e per molti anni favorevole all’avvento dei regimi totalitari, considerati un eccellente baluardo non solo contro il comunismo ma anche - come scrive sul Sole 24 Ore del 27/5 Emilio Gentile - “in odio alla modernità laica e liberale”. Ma dallo studio della Fattorini emerge la progressiva disillusione di papa Ratti verso i totalitarismi nazifascisti, che ai suoi occhi passano sempre più da ‘male minore’ a ‘male maggiore’: e proprio questa conversione è quella che ha scatenato le nuove polemiche su Pio XII. Il futuro papa Pacelli era infatti segretario di Stato di Ratti e dal libro emerge la progressiva divergenza delle strategie dei due nei confronti del nazifascismo. Agli inizi del ‘39, scrive la Fattorini, “Pacelli è sempre deciso a seguire una via diplomatica di mediazione con il regime nazista – via che, del resto, cercherà di recuperare ansiosamente appena salirà al soglio pontificio – mentre le posizioni di papa Ratti sembrano propendere per la rottura”. Anche se Pio XI era legatissimo a Pacelli e lo aveva chiaramente ‘designato’ come suo successore senza mai fargli “mancare la fiducia”, il segretario di Stato “smorza”, “stempera”, “diluisce in una continua mediazione” il desiderio di Pio XI di lasciare un messaggio profetico di condanna del totalitarismo. Lo studio mette in luce due eventi decisivi al riguardo. Il primo, è l’enciclica sull’antisemitismo, che Pio XI aveva commissionato al gesuita statunitense LaFarge e che non riuscì mai a far pubblicare, anche per l’ostilità di larghi settori della Curia e del generale dei Gesuiti, l’antisemita polacco Wladimir Ledochowski.
Wladimir Ledochowski

Il secondo è invece il discorso – fino ad oggi noto solo parzialmente - che Pio XI aveva preparato in occasione del decimo anniversario del Concordato con il regime fascista: “Un discorso durissimo di condanna dei totalitarismi” che suscita “una crescete preoccupazione nella Segreteria di Stato e in Mussolini che non vuole partecipare alle celebrazioni”. Papa Ratti morirà il giorno prima di pronunciarlo e Pacelli – Camerlengo di Santa Romana Chiesa – lo mette prontamente da parte, facendo distruggere addirittura le matrici già preparate per la stampa sull’Osservatore Romano: la Fattorini presenta addirittura la nota presa da mons. Domenico Tardini, con l’ordine di raccogliere e distruggere tutto il materiale relativo al discorso. “Il papa attribuiva enorme importanza all’anniversario” del Concordato e al discorso che doveva pronunciare, osserva la Fattorini, e “il fatto che Pacelli ne chieda l’accantonamento, senza neanche presentarne una sintesi, un accenno, ai vescovi ormai giunti a Roma è un segnale chiarissimo del suo dissenso da una linea di rottura o di contrapposizione frontale”. “Scelta che del resto”, conclude, “non tarderà a rimarcare, appena eletto papa, nel colloquio con i vescovi tedeschi convocati a Roma per il Conclave”.Fin qui le nuove acquisizioni degli storici. Di fronte ai documenti, puntuali sono scoppiate le polemiche tra detrattori e difensori di papa Pacelli, proprio nel momento in cui la causa di beatificazione ha fatto lo scorso 8 maggio un passo in avanti, con il riconoscimento da parte della Congregazione per le Cause dei Santi delle “virtù eroiche” di Pio XII: manca adesso soltanto un ‘miracolo’ a lui attribuibile per concludere la causa e dichiararlo ‘beato’."[enfasi aggiunta]
Dal libro  Il paradigma nazista dell'annientamento. La Shoah e gli altri stermini, a cura di Alessandra Chiappano e Fabio Minazzi, alle pagine 181-182 apprendiamo:


"LaFarge si trovava per caso a Roma, di passaggio tra un viaggio ed un altro, quando all'improvviso fu convocato dal Pontefice che lo mise a parte del suo progetto e gli chiese di mantenere il segreto in proposito. Dopo un colloquio con il Padre Generale dei Gesuiti Wladimir Ledochowski, il 27 giugno, LaFarge apprese che gli erano stati affiancati nel compito due altri gesuiti, Gustave Desbuquois e Gustav Gundlach, che la sede del lavoro sarebbe stata Parigi dove si apprestava a partire, che avrebbe avuto come traduttore in latino padre Heinrich Bacht.(16)
Sia Desbusquois, sia Gundlach erano due intellettuali, uomini di fiducia di Pio XI. Impegnati nell'azione sociale del cattolicesimo, essi avevano partecipato, seppur separatamente, alla stesura di altre due encicliche. Gundlach in particolare sembrava molto adatto a collaborare al progetto perchè aveva dimostrato nel suo scritto Antisemitismus per il Lexicon fuer Theologie und Kirche del 1930 di sapere impostare la "questione ebraica" correttamente, cioè secondo la tradizionale visione della chiesa. La prima bozza del testo dell'enciclica denominata provvisoriamente Humani Generis Unitas, da sottoporre a Pio XI fu pronta alla fine di settembre del 1938, LaFarge si recò appositamente a Roma per consegnarla al Padre Generale dei Gesuiti e poi ripartì per gli Stati Uniti.
Da allora non se ne seppe ufficialmente più nulla, salvo il fatto che Ledochowski la passò, per ottenere il parere, all'ex direttore di "La Civiltà Cattolica", Padre Enrico Rosa.(17) Egli era colui che si era impegnato a fondo nella lotta contro la modernità e che, dalle pagine della sua rivista, aveva per anni dispensato ostilità antiebraica, fino al suo ultimo articolo, dal titolo La questione giudaica e La Civiltà Cattolica pubblicato il 1° ottobre 1938, nel quale difendeva una soluzione segregazionista della questione ebraica. Padre Rosa morì il 26 novembre 1938, senza aver lasciato traccia di un commento sull'enciclica Humani Generis Unitas.
Alla fine di gennaio del 1939 ancora nessuna reazione si era prodotta nelle alte sfere, al punto che l'enciclica sembrava ormai chiaramente "insabbiata", cosa che Gundlach denunciò più volte nelle sue lettere a LaFarge.(18)
lo scoglio era stato, con tutta probabilità, Ledochowski stesso che, temendo una rottura definitiva con la Germania nazista e forse anche con l'Italia fascista, intenta in quell'autunno ad emanare La leggi per la difesa della razza italiana, consegnò al Papa il testo soltanto il 21 gennaio 1939, troppo tardi perchè egli ne potesse fare qualcosa prima della sua morte.
(19)][enfasi aggiunta]
Accusa numero 10
E' sbagliato dire che i campi di sterminio furono gestiti da preti e monaci cattolici che seguirono la politica dell'Inquisizione per interrogare gli eretici
Risposta:

"Lo stesso Hitler ha spesso affermato che il suo mentore in antisemitismo era il laico cattolico romano capo direttore del cattolicesimo politico in Austria, il Dottor Karl Lauger, magistrato principale di Vienna e capo del partito cristiano sociale."
Sempre da The Hitler Phenomenon, pagina 11:
"Chi erano i principali assassini nazisti? Himmler, capo della Gestapo, Heydrich, il suo braccio destro, Kaltenbrunner, che succedette a Heydrich, Mueller e Frank, tutti cattolici romani per nascita ed educazione."
"Hoess, il comandante del famigerato campo di Auschwitz, era anch'egli un cattolico romano. Il primo campo di concentramento fu istituito da Himmler a Dachau, a Monaco."
"Heinrich Himmler aveva uno zio che era un prete gesuita. Questo gesuita fu il direttore di Himmler? Fu arrestato alla fine della guerra, ma non fu processato. Egli fu trovato morto una mattina nella sua cella. Himmler, come Goering, tradì la forca per il suicidio, o almeno così si è creduto."
Charles Wighton, autore della biografia di Heydrich, Heydrich, scrive a pagina 26 che:
"Contrariamente alla diffusa credenza che Heydrich fosse un protestante della Germania del Nord, egli era, come la maggior parte degli altri leader nazisti, un cattolico romano di nascita. Hangman Heydrich nacque battezzato e venne cresciuto come cattolico romano ad Halle. Suo padre, protestante, cambiò la sua religione quando si sposò con la madre di Heydrich."
Ora, questi fatti sono abbastanza chiari e facilmente accettati, soprattutto dai protestanti che conoscono la Romanità come quel mostro crudele e sanguinario che è certamente. Molto di ciò che si legge nel libro di Sinclair può essere verificato da altre fonti attendibili, come ad esempio, The Secret History Of The Jesuits.
Tuttavia, per non fare accuse usando una sola fonte, dimostreremo la validità delle affermazioni di Rivera pure da altre fonti.
Alle pagine 240-241 di The Vatican Against Europe, leggiamo:

"Nella misura in cui la Francia fu interessata, non abbiamo nessuna difficoltà a credere che lo stato degli ebrei, che fu redatto dal governo, ottenne il nulla osta del Vaticano. A questo proposito Leon Poliakov ci fornisce un estratto di una nota di Leon Berard, Ambasciatore presso la Santa Sede, al maresciallo Pétain: 'Ho affermato che nulla era mai stato detto a me in Vaticano e avrebbe potuto essere interpretato come una critica o una disapprovazione da parte della Santa Sede degli atti legislativi e normativi in questione.' E aggiunse:'La proposta di azione comune, formulata dalla Chiesa protestante di Francia al tempo dei raid (tormento degli ebrei), nell'estate del 1942, fu respinta attraverso i dignitari della Chiesa Cattolica'."
L'autore descrive poi come migliaia di bambini ebrei furono arrestati e inviati nei campi di sterminio. Egli conclude questa particolare sezione a pagina 241 con queste parole:
"Questo dimostra chiaramente che questi arresti furono sottoposti alla decisione del governo di Vichy. Ora, abbiamo già visto che questo governo non ha preso alcuna decisione in materia senza il consenso della Curia romana. Dobbiamo sottolineare l'ovvia conclusione?"
Le pagine 238-239 del libro di cui sopra vi mostreranno che la campagna nazista in Russia fu una moderna crociata, creata per convertire e punire tutti gli eretici, proprio come l'Inquisizione.
La conversione della Russia, che Roma aveva sperato di aggiudicarsi attraverso la rivoluzione bolscevica, fu ora tentata attraverso l'utilizzo di un esercito straniero.

"Il Conte Halke von Ledochowski, Generale dei Gesuiti, era disposto ad organizzare, sulla base del comune antisemitismo, un certo grado di collaborazione tra i servizi segreti tedeschi e l'Ordine dei Gesuiti..."
"Von Ledochowski considerava inevitabile l'imminente bellicosa resa dei conti tra la Russia e la Germania...E il Baseler Nachrichten (27 marzo 1942) non esitò a scrivere: 'Una delle domande derivanti dalle attività tedesche in Russia, che è di suprema importanza per il Vaticano, è la questione dell'evangelizzazione della Russia'."
"Ciò è confermato dallo stesso Padre Dulcos in un libro coperto dall'Imprimatur - 'Durante l'estate del 1941, Hitler si appellò a tutte le forze cristiane...(egli) autorizzò i missionari cattolici di partire verso i nuovi territori orientali..."
"Nè è stato dimenticato che in Francia, il Cardinale Baudrillart e Mgr. Mayol de Luppe, arruolarono la LVF per la crociata contro la Russia."

link articolo originale:
http://www.chick.com/reading/books/199/0199_01b.asp

leggi la terza parte:

Gesuiti: L'Attendibilità di Alberto Rivera - Parte 3