martedì 7 luglio 2015

Pallante, Peccei, Club di Roma, Decrescita: tutti prodotti gesuitici



Peccei, fondatore del Club di Roma, non è stato nient'altro che l'ennesimo agente gesuitico che, propagandando la teoria catastrofista e pseudoscientifica dei limiti dello sviluppo, ha piantato nella società il germe sterminazionista ed autorazzista dell'umanità vista come un'infezione ed un virus del pianeta Terra; un'umanità che doveva essere perciò controllata nel suo sviluppo al fine di centralizzare il potere globale. Che Peccei fosse sotto l'influsso cattolico-gesuitico ve lo chiariremo durante l'articolo, ma prima vediamo alcune nozioni propagandate dal Club di Roma. In un rapporto del 1991 intitolato "The First Global Revolution", pubblicato dal Club di Roma, troviamo, a pagina 75, la seguente dichiarazione:
"Nella ricerca di un nuovo nemico che ci unisca, c'è venuta l'idea che l'inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità di acqua, le carestie e altre cose simili si adatterebbero al caso...Tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano nei processi naturali, ed è solo attraverso la modifica delle attitudini e del comportamento che essi possono essere superati. Il vero nemico, allora, è l'umanità stessa."

Il controllo della popolazione umana è chiaramente esposto nella short version del rapporto del Club di Roma dal titolo I Limiti dello Sviluppo, dove si afferma:

"La crescita travolgente della popolazione mondiale causata dal ciclo di tasso positivo di natalità è un recente fenomeno, un risultato del grande successo dell'umanità nella riduzione della mortalità mondiale.


Il ciclo di feedback negativo è stato indebolito, consentendo al ciclo positivo di operare praticamente senza costrizione.


Ci sono solo due modi per ripristinare lo squilibrio risultante. O il tasso di natalità viene portato verso il basso per essere uguale al nuovo, minore, tasso di mortalità, oppure il tasso di mortalità deve salire nuovamente.
Tutti i vincoli "naturali" alla crescita della popolazione operano nel secondo modo – aumentano il tasso di morte. Ogni società che intenda evitare tale risultato deve intraprendere delle azioni deliberate per controllare il ciclo di feedback positivo, per ridurre il tasso di natalità."
Adesso sappiamo che i limiti dello sviluppo del Club di Roma erano solo una fuffa priva di basi scientifiche, come sappiamo che il catastrofico riscaldamento globale antropogenico è solo una teoria non dimostrata, ma nonostante ciò, i fanatici della descrescita "felice", come l'istruito dai gesuiti Maurizio Pallante, continuano ancora a propalare tali insulsaggini; insulsaggini che, non è un caso, il nostro gesuitico Pallante affianca alla riscoperta dei Monasteri come via per la sua decrescita:

"Saggista anomalo, Pallante. Formazione filosofica, esperienze politiche, contaminazioni scientifiche, incursioni economiche. Ha studiato dai gesuiti, ma ugualmente spiazza questo elogio dei monasteri. «Li ho scoperti nel 1999. Mi interessano in quanto strutture autosufficienti dal punto di vista energetico e alimentare, non chiuse in se stesse, con rapporti personali permeati di spiritualità e non mediati dal denaro.
[...]
All’università, Pallante era nel movimento. «Marxista per la tensione all’uguaglianza e alla liberazione dell’individuo, ma non materialista. Anzi penso che il difetto della sinistra sia voler estendere alle classi subalterne i modelli di comportamento di quelle dominanti: più salario per poter comprare più cose».
Ammira Aurelio Peccei, il manager Fiat promotore del club di Roma che aprì il dibattito sui «limiti della crescita»."
Proprio nel momento in cui, in Italia, i governi di "sinistra" stanno facendo di tutto fuorché pretendere più salario per i lavoratori; proprio nel momento in cui, in tutto l'Occidente, il salario, per ampie fasce di popolazione, viene ridotto al minimo, con paghe da fame e lavori precari, oppure completamente annullato, per mezzo di alti tassi di disoccupazione che conducono a povertà ed emarginazione; proprio nel momento in cui noi siamo testimoni tutti i giorni di imprenditori e operai che si suicidano perché la loro fabbrica ha chiuso i battenti e costoro, quindi, non hanno più alcun reddito per poter sopravvivere; proprio nel momento in cui, in Europa, per mezzo dell'introduzione dell'euro, che non è altro che un tool gesuitico, e della mancata sovranità monetaria dei singoli stati nazionali, assistiamo alla distruzione della classe media, alla desertificazione industriale ed a un'intera generazione di persone che non possono nemmeno comprarsi casa e mettere su famiglia; proprio in questo momento, il nostro gesuitico moralista radical chic dalla pancia piena non ha altro da fare nella vita che venderci dei libri a caro prezzo la cui filosofia di fondo sarebbe quella che noi schiavi subalterni non dovremmo reclamare più salario per comprare più cose ed aspirare quindi ad un maggiore benessere economico.
E' chiaro quale sia l'obiettivo gesuitico: "tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano nei processi naturali", dice il Club di Roma, cioè il modello industriale che ha avuto il suo pieno sviluppo nel secondo dopoguerra, e che, nonostante tutti i suoi difetti, difetti dovuti anche al fatto che questo modello era in buona parte condizionato dalla stessa elite vaticano-gesuitica che adesso ci propone la decrescita "felice" (e non stiamo qui a ripeterli), aveva comunque consentito alle classi subalterne di emanciparsi dalla povertà, dalla fame, da molte malattie invalidanti e dalla penuria. Un modello che aveva portato alla formazione di una fiorente classe media, alla diffusione di benessere e ricchezza, e a industrie in grado di creare lavoro e speranze per il futuro per intere generazioni. Un modello che doveva essere distrutto, al fine di edificare un mondo composto, da una parte, da una classe ricchissima di nobili e sacerdoti, che, dai loro monasteri energicamente efficienti, ci diranno quanto è bello essere poverelli, e, dall'altra, da masse sterminate di sudditi straccioni che vivranno di espedienti e lavori saltuari all'interno di società deindustrializzate, e che, per sopravvivere, dovranno integrare i loro guadagni con l'elemosina stracciona di un reddito minimo di povertà erogato a livello statale o europeo. Delle masse che, dopo l'azione educativa degli spin doctor gesuitici del calibro di Ivan Illich (che divenne sacerdote dopo aver studiato alla Pontificia Università Gregoriana dei gesuiti) e Pallante, avranno introiettato la nuova filosofia anticonsumista del "quanto è bello essere poverelli". La stessa propagandata adesso dal gesuita Bergoglio


Delle masse che, come aveva preconizzato Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (istruito nel collegio cattolico Theresianum di Vienna, fondato dai gesuiti), per mezzo di migrazioni forzate, diventeranno meticce, flessibili e mobili, sradicate dalla loro terra ed incapaci di costruire un percorso comune a livello nazionale. Delle masse che saranno "elevate" poi spiritualmente fino al punto omega per mezzo della religione gesuitica della nuova era, una religione che verrà sempre di più in soccorso a dare conforto a tutti i poveracci della terra, e che verrà rappresentata come la riscoperta dei valori spirituali dopo la sbornia di quello che i comunisti di ultima generazione alla Diego Fusaro adesso chiamano il "monoteismo del mercato", comunisti che adesso esaltano il gesuitico "Papa Francesco, l’ultimo allievo di Marx e di Gesù Cristo", non dicendo però che lo stesso Marx era stato un allievo dei gesuiti, e che furono i gesuiti stessi ad inventare il comunismo per mezzo delle riduzioni del Paraguay, molto prima che arrivasse Marx; la riscoperta dei valori spirituali arriverà, con la consolazione dei nostri giovani filosofi comunisti, con una religione new age che è già stata costruita apposta per noi da un altro gesuita, Theilard de Chardin. Non vi sembra che vi abbiamo descritto l'utopia del Movimento 5 stelle?
Dall'Executive Intelligence Review del 7 aprile 1981 (pag. 26, 28) leggiamo cosa disse il cattolico Léopold Sédar SENGHOR, il primo Presidente del Senegal, che governò un paese in cui più dell'85% della popolazione era di religione musulmana, in carica dal 1960 al 1980, educato da missioni cattoliche a Joal e a Dakar:

"Leopold Senghor propose una generale disseminazione degli insegnamenti cultisti del prete gesuita Theilard de Chardin, un fondatore della Teologia della Liberazione."
[...]
"Senghor dichiarò: "La Banca Mondiale dice che i problemi economici non possono essere risolti ignorando le questioni culturali"; prima che un nuovo ordine economico possa essere stabilito, "ci dovrà essere un 'nuovo ordine mondiale culturale'". Senghor mise l'ideologo gesuita Theilard de Chardin come fonte di questo ordine culturale"
E adesso vediamo la connessione tra il fondatore del Club di Roma e gli insegnamenti vaticano-gesuitici. Nella prefazione del libro The Human Phenomenon di Theilard de Chardin, scritta da Brian Swimme del California Institute of Integral Studies di San Francisco, leggiamo:

“Avevo appena dato le mie dimissioni da professore di matematica e fisica, ed ero alla ricerca della saggezza. Molte persone mi avevano indirizzato verso New York, in particolare  il fondatore del Club di Roma, un importantissimo gruppo di pensatori e visionari planetari. Quando gli venne chiesto, sul letto di morte, quale fosse il pensatore che raccomandasse di più, tra tutte le grandi menti con cui aveva lavorato, Aurelio Peccei rispose semplicemente: «La nostra migliore speranza è Thomas Berry».

Chi era la migliore speranza di Peccei? Ma il cattolico Thomas Berry! Berry (1914-2009) era un prete appartenente all'ordine passionista della Chiesa Cattolica, un ecoteologo e un fautore della deep ecology, un'altra branca dell'ecologia pseudoscientifica che adora la natura incontaminata, e demonizza lo sviluppo industriale creatore di ricchezza, benessere ed occupazione; dal sito Ecologia Profonda leggiamo infatti le loro prediche e scomuniche contro il benessere portatore di catastrofi:
"Fra le più distruttive delle attività umane vi sono l’estrazione di materiali tossici, la produzione di veleni biologici in tutte le forme, il modo industriale di condurre l’agricoltura, la pesca e lo sfruttamento delle foreste. Se non vengono arrestate, tali tecnologie letali, giustificate come necessarie per soddisfare desideri umani di possesso piuttosto che bisogni, porteranno a disastri ecologici e sociali sempre più grandi.

Bisogna rinunciare all’ideologia della crescita perpetua, come pure alle perverse politiche industriali ed economiche basate su di essa. La tesi dei Limiti dello Sviluppo è da seguire. La storia della Terra ci mostra la nostra coevoluzione con miriadi di organismi attraverso la cooperazione e la simbiosi, non solo attraverso la competizione."
Ancora la fuffa dei Limiti dello Sviluppo del Club Sterminazionista di Roma, condita con il controllo della popolazione, perché, per l'ecologia profonda "È necessario diminuire la popolazione umana riducendo il numero di concepimenti attraverso l’informazione e la comprensione dei valori globali", che ricalca più o meno quanto propagandato dal Movimento per l’Estinzione Umana Volontaria. Figuriamoci se, invece del controllo delle nascite, costoro si preoccupassero del progresso tecnologico con ridotto impatto ambientale funzionale ad un maggior benessere e ricchezza della razza umana tutta! Non lo faranno mai, perché il loro obiettivo non è il benessere dell'uomo. Thomas Berry è considerato uno dei leader nella tradizione portata avanti da Theilard de Chardin.
Da un articolo intitolato 9 novembre 1914: Thomas Berry e la nuova Era Ecozoica leggiamo:
"Tra i padri dell’ecologia profonda, Thomas Berry propugna un cambiamento della società occidentale in chiave ecocentrica che riconosca la storia della Terra come unico testo sacro di una visione ecospirituale e olistica del mondo, in base alla quale ciascuno si impegna a vivere con consapevolezza nella propria bioregione.
Nato a Greensboro, in North Carolina (Usa), Berry a 20 anni entra in un monastero dell’ordine passionista. Laureatosi in storia presso la Catholic University of America, studia lingua e cultura cinese, sanscrito, tradizioni e religioni indiane. Docente di Storia culturale della Cina e dell’India alle università in New Jersey e New York (1956–1965), è direttore del corso di laurea in Storia delle Religioni alla Fordham University [dei gesuiti] (1966–1979) e fonda e dirige il Riverdale Center of Religious Research a Riverdale, New York (1970–1995). Ha studiato profondamente anche le culture dei nativi americani e lo sciamanismo. Si può mangiare leggero, con gusto, riducendo al minimo i consumi? La cucina ecozoica ci è riuscita.
Per ridisegnare il nostro modo di stare sulla Terra, di mangiare, abitare, lavorare, vivere (insomma per entrare nell’era Ecozoica) è necessario un lavoro immenso. Per fare ciò, sostiene Berry, devono emergere nuove figure di guide spirituali capaci di coniugare scienza ecologica e senso del sacro. Figure, donne e uomini, capaci di ascoltare la voce del pianeta (ciò che Gaia, la Madre Terra, ha da dire agli umani) e di riportare in linguaggio comprensibile le leggi della natura, della selvaticità, dei cicli ecologici, insomma le leggi che definiscono il cerchio sacro della vita."
Qui siamo lontani anni luce dal cristianesimo! Abbiamo la piena adesione al Culto della Terra come testo sacro, la visione olistica, associata alla demonizzazione dei consumi, compreso il cibo (leggasi distruzione della classe media, aumento della povertà).
Chissà se il nostro filosofo Diego Fusaro, il comunista che ama Bergoglio, sarà contento dell'emersione di queste nuove figure spiritual new age. Sarà forse anche contento che il suo beneamato papa Francesco adesso vuole combattere contro la teoria fuffa del global warming? Da un articolo pubblicato sul Messaggero, dal titolo Dalla A alla Z, il manifesto ambientalista di Papa Francesco contro il global warming, ecco cosa predica Bergoglio:
    “L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per com­battere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. È vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concen­trazione di gas serra (anidride carbonica, meta­no, ossido di azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana”.
Certo è che, anche noi, dopo la crisi economica mondiale creata a tavolino dalle banche gesuitiche, e dopo l'introduzione dell'euro, la distruzione del welfare e il calo dei nostri salari, siamo costretti, volenti o nolenti, a cambiare il nostro stile di vita, a mangiar leggero, a ridurre i nostri consumi, a evitare di comprar casa, crearci una famiglia e mettere al mondo dei figli

"UN PAESE SENZA SOLDI E SENZA BEBÉ - L’ITALIA HA SMESSO DI FARE FIGLI - IL CALO RIGUARDA ANCHE LE DONNE STRANIERE E LE REGIONI DEL SUD, UNA VOLTA TRA LE PIÙ PROLIFICHE - PESANO LA CRISI, IL LAVORO PRECARIO E I SERVIZI PUBBLICI SCARSI"

Considerando che l'UE è un costrutto di asservimento interamente vaticano-gesuitico, cioè arriva dalla stessa stirpe religiosa gesuitica che ci propaganda poi il calo dei consumi e delle nascite per il bene di Gaia, dovremmo solo pensar male sulle reali intenzioni di questa unione, ma non vorremmo essere etichettati come complottisti. Continuiamo con l'introduzione al libro The Human Phenomenon sopra citato:
Quando entrai al Berry’s Riverdale Research Center e venni invitato nella sua biblioteca, le mie aspettative non avrebbero potuto essere maggiori. Egli mi ascoltò attentamente mentre cercavo di spiegare la mia infelicità e confusione dovute alla distruzione del pianeta e a quello che si poteva fare. Dopo una lunga pausa, e senza proferire parola, Thomas Berry prese un libro tra le migliaia della sua libreria. Con espressione severa gettò attraverso il tavolo la grande opera di Chardin, Il Fenomeno Umano.

La mia delusione fu istantanea: quella era roba vecchia. Avevo attraversato il continente per ricevere un libro già letto alle scuole superiori dei gesuiti? Peggio ancora, alcuni famosi scienziati avevano messo in discussione le idee di Teilhard, e lo feci notare. Thomas Berry si limitò a sorridere, poi scoppiò in una disinvolta risata.

«Teilhard fu il primo a concepire l’universo in modo nuovo, quindi è inevitabile che venga criticato. Se lei si preoccupa per ciò che hanno da dire pochi scienziati, dovrebbe leggersi qualche teologo! Fondamentalmente, si tratta di una difficoltà di scala. Qualsiasi tentativo di comprendere Teilhard che non cominci dall’intero complesso delle civiltà, così come dal vasto panorama dell’universo evoluzionistico, è destinato al fallimento, perché sarebbe semplicemente troppo piccolo per contenere tutto ciò di cui egli tratta. Situazioni simili si sono verificate nella storia della scienza, non è vero?».
La mia mente corse ad Albert Einstein, a Niels Bohr e alle rivoluzioni da loro avviate, che non potevano essere contenute all’interno della fisica classica. Ma la domanda di Thomas Berry era stata solo retorica. Prima di chiudere il nostro incontro, pronunciò un’affermazione indimenticabile: «Vedere le cose come le vedeva Teilhard è una sfida, ma la sua visione sta diventando sempre più accessibile a noi. Penso che nel prossimo millennio Teilhard sarà riconosciuto come il quarto pensatore più grande della tradizione cristiana occidentale, dopo S.Paolo, Agostino e Tommaso d’Aquino».

Sorrise di nuovo, consapevole di quanto restasse ancora da spiegare, ma anche del fatto che in quel momento non avrei potuto capire. Indicò il libro che mi aveva messo nelle mani e disse: «Inizi da Teilhard. Non c’è nulla di paragonabile a una lettura attenta della sua opera».

Leggevo il libro da solo e una volta alla settimana ne discutevo con Thomas Berry; ogni volta mi stupivo di quanto fosse necessario fare riferimento alla storia intellettuale del mondo. Egli prendeva spunto non solo dalla fisica e dalla biologia, ma anche dalla filosofia, dalla poesia, dalla linguistica, dalla musica e soprattutto dalla cosmologia e dalla storia del mondo.

Dopo qualche mese, cominciai a sospettare che le categorie fondamentali della mia mente stessero subendo dei cambiamenti. Gli assunti indimostrati che organizzavano le mie esperienze nel mondo vacillavano sotto la pressione dell’enorme e penetrante cosmologia di Teilhard…”.
fonte testo tradotto
Tutto quello che avete letto riguarda il plagio delle vostre coscienze al fine di creare il nuovo ordine mondiale vaticano gesuitico; molti di voi magari avranno imparato ad adorare tali filosofie; ma sappiate che il vostro attaccamento a queste idee religiose è stato attentamente pianificato ai più alti livelli di potere; sono state concepite in modo da risultare attraenti come il miele per le api; ma dovreste iniziare a dubitare di tali costrutti, anche perché tra i sostenitori della new age di de Chardin troviamo le più alte cariche di potere all'interno delle istituzioni globaliste, come l'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale Michel Camdessus.
Per finire vi proponiamo una critica documentata del catastrofico global warming; leggiamo un'introduzione al libro dal titolo La falsa teoria del clima impazzito, scritto da Sergio Pinna, professore ordinario di Geografia all’Università di Pisa:


Il volume è dedicato alla dimostrazione di come, in base all’analisi dei dati statistici, non siano individuabili dei mutamenti apprezzabili per uragani, tornado, precipitazioni intense, episodi termici fuori norma ecc. Nel corso del testo l’Autore non si limita alla sola trattazione delle questioni climatologiche, ma cerca anche di spiegare quei processi che, coinvolgendo il sistema mediatico ed ampi settori del mondo scientifico, hanno portato alla creazione della realtà virtuale del clima impazzito.
Sinossi. Le rilevazioni disponibili dicono che la temperatura media del Pianeta è cresciuta di circa 0,8° dalla metà del XIX secolo ad oggi. Si ritiene che questo riscaldamento globale sia stato prodotto in massima parte dall’incremento della CO2 atmosferica e che abbia indotto un cambiamento nei caratteri generali del clima, causando un forte aumento – per entità e frequenza – di svariati fenomeni estremi; se la prima parte di tale teoria rientra nel campo delle ipotesi non ancora pienamente provate, la seconda è in pratica una vera e propria invenzione. Il volume è appunto dedicato alla dimostrazione di come, in base all’analisi dei dati statistici, non siano individuabili dei mutamenti apprezzabili per uragani, tornado, precipitazioni intense, episodi termici fuori norma ecc. Nel corso del testo l’Autore non si limita alla sola trattazione delle questioni climatologiche, ma cerca anche di spiegare quei processi che, coinvolgendo il sistema mediatico ed ampi settori del mondo scientifico, hanno portato alla creazione della realtà virtuale del clima impazzito.
 

Sergio Pinna. professore ordinario di Geografia all’Università di Pisa, ha un’attività scientifica orientata prevalentemente verso questioni ambientali, rischi naturali, cambiamenti climatici, rapporti tra clima e uomo, bioclimatologia.
leggi anche:
Loyola e De Chardin: da eretici a profeti per il bene di Roma 
Il Vero Potere: ancora prove della matrice cattolica dell'Unione Europea
Decrescita: ma è così bello vivere da straccioni? 
Il Papato promuove la proprietà collettiva ed il furto?

Altri spunti sul cambiamento climatico e il global warming:

2084: la dittatura del carbonio?
Climategate, un anno dopo
Il World Political Forum
l'hacking dell'ipcc e le finalità dei catastrofisti
Confessioni di una tiepida allarmista sul riscaldamento globale
Baby Freeze: Il Controllo della Popolazione è la Nuova Soluzione al Riscaldamento Globale?
La Propaganda del Council on Foreign Relations
Lovelock, la depopolazione, l'effetto serra e la geoingegneria.
L'Opposizione controllata di Giulietto Chiesa