giovedì 23 settembre 2010

"Esplosione sociale" derivante dalla crisi economica?



Ho già detto che l'obiettivo della presente crisi economica è quello di condurre il Mondo verso un' economia maggiormente integrata con l'introduzione di una Nuova Moneta Unica Mondiale e la conseguente retrocessione dei diritti e della democrazia a livello globale. Ma è necessario fare un approfondimento statistico di questo pesante carico di sofferenza che questa crisi sta creando in tutto il mondo, dove i tassi di disoccupazione, compresi quelli di lunga durata, sono in crescita costante; l'opprimente situazione economica sta portando alla disperazione milioni di persone, che dopo mesi e anni non riescono più a reinserirsi nel mercato del lavoro con impieghi decenti. Questa crisi economica radicalizza le condizioni che erano però già state imposte dall'elite da almeno due decenni in tutto il mondo Occidentale con l'introduzione delle forme di lavoro flessibili e precarie, le delocalizzazioni, i salari da fame, la competizione con la molto più ricattabile manodopera immigrata e la distruzione graduale di tutti i diritti del lavoro. Questo risultato collima con le dichiarate politiche di depopolazione che le élite vogliono attuare in tutto il mondo; infatti una persona disoccupata o che sopravvive di impieghi precari e malpagati non riuscirà mai a mettere su una famiglia stabile e fare dei figli; soprattutto quando contemporaneamente assistiamo allo smantellamento del welfare state e alla speculazione immobiliare sugli alloggi, dove per un buco di pochi metri quadrati devi sborsare quasi tutto il tuo stipendio mensile, se non tutto. Secondo una notizia dell'Ansa:
Negli ultimi 25 anni in Italia e in Ue il tasso di fertilita' e' calato di circa tre volte, passando da 2,7 a 1,2 figli per donna. E' invece aumentata l'eta' della prima gravidanza (30-35 anni) e quella delle mamme che accedono alla fecondazione assistita (38 anni). In continua crescita il numero delle mamme over40: nel 2008 i bambini nati dalle ultraquarantenni erano il 6% contro il 2% del '95. In Gb e' raddoppiato negli ultimi 10 anni e triplicato nell'ultimo ventennio.
La tendenza alla riproduzione tardiva ha anche motivazioni culturali, sempre imposte dall'alto con la manipolazione, ma è innegabile che lo smantellamento del lavoro e del welfare abbia coinciso con il crollo della natalità. La riproduzione tardiva pone inoltre un'altra serie di problemi. Da un articolo del Dr. Filiberto Di Prospero estraiamo il seguente passo:
La scelta di una riproduzione che potremmo definire "tardiva" (quando avviene in particolare dopo i 35 anni) pone infatti due ordini di problemi: da un lato l'incremento di alcune patologie in gravidanza e durante il parto (ad esempio l'aborto spontaneo ed il parto prematuro, distonie dinamiche del collo uterino) e dall'altro un inevitabile incremento della patologia fetale di tipo cromosomico (es. Sindrome di Down) e non cromosomico (ad es. iposviluppo).
Ricordiamo che le gravidanze tardive inoltre aumentano anche il rischio di patologie nei nascituri come l'autismo.
Adesso diamo un'occhiata ai dati sulla disoccupazione forniti da indiceistat:

La disoccupazione nell’area euro era del 10,0% nel mese di luglio del 2010. Un tasso rimasto invariato rispetto a giugno dello stesso anno. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente c’è stato un aumento di quasi mezzo punto percentuale visto che a luglio 2009 il tasso era del 9,6%. Nell’Unione Europea invece il tasso di disoccupazione è rimasto al 9,6% nel mese di luglio 2010, invariato rispetto a giugno ed in salita dello rispetto al  2009.  L’Eurostat stima che 23,057 milioni di uomini e donne nella UE erano disoccupati nel mese di luglio 2010, di cui 15.833.000 nella zona euro. Rispetto a giugno, il numero di disoccupati è diminuito di 45 000 nell’UE e di 8 000 persone nella zona euro. Rispetto al luglio del 2009, la disoccupazione è aumentata di 1,108 milioni nell’UE-27 e di 0,668 milioni nella zona euro.
Riguardo all'Italia è interessante seguire il ragionamento che si trova su polisblog.it :
Quello del basso tasso di disoccupazione nel nostro paese (attualmente al 7,4%, dati 2009) rispetto alla media europea (tra il 9 e il 10) è un argomento tipico dei governi italiani di qualsiasi colore... Peccato che al milione e ottocentomila disoccupati risultante dalle statistiche si debbano sommare altri due milioni e ottocentomila persone in cerca di occupazione. Questo è dovuto al particolare modo in cui, nelle rilevazioni dell’Istat, vengono definiti i senza lavoro. Una persona è infatti considerata disoccupata solo se si reca in un Centro per l’impiego e sottoscrive il documento di disponibilità al lavoro; in caso contrario, viene definita invece inattiva, ovvero senza lavoro ma non alla ricerca di impiego (come casalinghe e pensionati). Nel nostro paese gli inattivi in età lavorativa sono quasi 14 milioni, e di questi quasi 3 vorrebbero in realtà cercare impiego o sarebbero comunque disponibili a lavorare; non lo fanno però, perché in gran parte “scoraggiati” dalla mancanza di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno. Come lo sappiamo? Grazie ad un’altra domanda dell’indagine Istat. Queste persone sono a tutti gli effetti disoccupati nel mondo reale, ma non per le statistiche. Tenere conto di questa fetta di Italia porterebbe il nostro tasso di disoccupazione al 16,8 per cento (circa 4,7 milioni di persone): il peggiore risultato in area OECD esclusa la Spagna (cfr. il grafico in gallery, costruito sulla base di dati Istat). E qui qualcuno potrebbe dire: “Ma se il problema esiste negli altri paesi, la graduatoria dovrebbe rimanere pressappoco uguale!”. Il fatto è che il problema esiste soprattutto in Italia: in quasi tutti gli altri paesi Euro15, la quota degli “scoraggiati” (e più in generale quella degli inattivi) presenta dimensioni molto più contenute. Il punto centrale è che mancano dalle nostre parti adeguati incentivi ad iscriversi ai Centri per l’impiego. Che cosa ne ricava infatti, ad oggi un disoccupato? Qualche sporadico corso di formazione e eventuali doti economiche, che dipendono soprattutto da avanzi dei bilanci regionali e/o da quelli dei fondi comunitari. In quasi tutti i paesi europei l’iscrizione si associa invece ad una serie di interventi che prevedono indennità economiche (assegni di disoccupazione) e percorsi formativi individuali: questo aumenta l’attrattività dell’iscrizione ai Centri per l’impiego e riduce di conseguenza il numero degli “scoraggiati” invisibili alle statistiche.
In Italia poi abbiamo anche un'altro primato, gli stipendi più bassi di Europa:
E sempre sul tema del lavoro si segnala un dato sugli stipendi che, secondo quanto emerge dal rapporto 2010 dell'Eurispes, sarebbero più bassi tra i paesi industrializzati. Nel documento l'istituto ricorda che nell'area Ocse a parità di potere d'acquisto, il nostro paese occupa il ventitreesimo posto sui trenta paesi monitorati, con un salario medio netto annuo che ammonta a 21.374 dollari, pari a poco più di 14.700 euro.
...
I lavoratori italiani incassano dunque ogni anno retribuzioni medie tra le più basse dei paesi industrializzati, mediamente il 17% in meno della media Ocse, il cui valore è pari a 25.739 dollari. Se invece come termine di paragone viene assunta l'Europa a 15 (27.793 dollari annui di media), lo stipendio italiano è inferiore del 23% o nell'Europa a 19 (mediamente 24.552 dollari annui), il compenso medio annuo del lavoratore italiano è minore del 13%. Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, nel corso dell'ultimo ventennio il valore degli stipendi degli italiani sarebbe diminuito di quasi il 13% rispetto al Pil, contro una flessione media pari all'8% nelle 19 economie più avanzate.
Se l'Italia è all'avanguardia in Europa nella distruzione del diritto al lavoro e ad una dignitosa retribuzione, negli Usa il livello di disoccupati è in continua salita ed in più si sta assistendo, come riportato dall'articolo di Andy Kroll 'La Classe dei Nuovi Disoccupati' sotto tradotto, all'emergere di una nuova classe di disoccupati più vecchi, e spesso più istruiti, che non riescono più a rientrare nel mondo del lavoro.
Tutti questi dati collimano anche con gli obiettivi di smantellamento della classe media in tutti i paesi Occidentali, sotto il pretesto della sovrappopolazione e del riscaldamento globale, come riferito dall'articolo di Paul Joseph Watson 'Il Progetto dell'ONU: Smantellare la Classe Media e costruire Il Governo Mondiale' tradotto più sotto; questo porterebbe ad avere la società composta da una ristretta élite di super-ricchi da una parte e una stragrande maggioranza di misera sottoclasse proletaria e poco istruita dall'altra. Nell'articolo del Telegraph 'Il Fondo Monetario Internazionale teme un' "esplosione sociale" derivante dalla crisi dei posti di lavoro' sotto tradotto, il capo del FMI Strauss-Kahn riporta i dati allarmanti sulla disoccupazione dicendo di temere sommosse sociali; naturalmente Strauss-Kahn sa benissimo dove vuole arrivare; infatti, come avevo riportato nell'articolo tradotto I Terroristi finanziari vogliono una moneta mondiale e una Banca Centrale Globale "Strauss-Kahn, ha chiesto l'introduzione di una moneta globale, sostenuta da una banca centrale mondiale che agirebbe come "prestatore di ultima istanza" in caso di grave crisi economica, il che rappresenterebbe un altro balzo verso la centralizzazione del potere fascista da parte dei terroristi finanziari attivi nel sfruttare il caos fiscale che hanno creato per imporre il governo mondiale." Strauss-Kahn sa benissimo che le soluzioni da lui proposte, al pari di quelle di tutti gli "esperti" di economia, sono tutte soluzione fasulle, se non rimedi peggiori del male. Ai  tempi di
re Guglielmo III (che regnò in Gran Bretagna dal 13 febbraio 1689 all'8 marzo 1702) un cartello di uomini ricchi pattuì di prestare al re 1,2 milioni di sterline alla condizione che il re pagasse l'8% di interesse annuo. Inoltre, il cartello voleva che il re concedesse una licenza per la creazione della Banca d'Inghilterra (istituita il 27 Luglio 1694) per dare al cartello "l'unico diritto esclusivo" di emettere banconote non protette dai patrimoni bancari. I prestiti a basso rischio, utilizzati per la guerra, furono garantiti dalle tasse che crearono povertà assoluta per la maggioranza dei cittadini della Gran Bretagna. Oggi non è cambiato nulla. Strauss-Kahn e i suoi compari, come Trichet, si guardano bene infatti dal parlare di sovranità monetaria e trovare in essa una soluzione alla crisi economica. Le sommosse possono ben servire allo scopo quando Strauss-Kahn, Trichet e soci si presenteranno come i "salvatori" che faranno le dovute "riforme" per il "bene" del popolo. Se la popolazione non vuole rimanere vittima per l'ennesima volta delle manipolazioni diaboliche di questa élite è necessario che acquisti maggiore consapevolezza. Nel mondo è in atto un risveglio politico globale che sta impensierendo le élite; questo risveglio sta prendendo piede sopratutto nei paesi del terzo mondo falcidiati da secoli di sfruttamento. Nei paesi come l'Italia si tenta di incanalare il dissenso verso vie sterili e innocue che consentono di far scaricare alla popolazione rabbia e frustrazione accumulate in anni; queste valvole di sfogo sterili sono ad esempio le manifestazioni di Beppe Grillo; altri, come Marco Travaglio, seguono il passo; per loro tutto il male viene dalla Casta, rigorosamente nazionale; le dinamiche di potere internazionale, i monopoli della stampa privata della moneta e l'origine truffaldina dei deficit dei bilanci di tutti i governi europei non sono minimamente citati. Grillo più di dieci anni fa fece uno spettacolo sul Signoraggio bancario ma in seguito non ne parlò più se non in rarissimi momenti; il nuovo rilancio di Grillo, sanno ormai in molti, è avvenuto ad opera della Casaleggio Associati
 
Su Grillo si legga anche il libro da scaricare online gratuitamente dal titolo Webbe Grillo. Un altro metodo per incanalare il dissenso verso vie sterili è quello della paura del Riscaldamento Globale, che ho già detto più volte essere una bufala colossale. Uno dei maggiori catastrofisti sul global warming in Italia è Giulietto Chiesa, che attraverso la sua falsa opposizione vuole portare acqua al mulino dei globalisti; infatti egli è parte del World Political Forum, un think tank globalista fondato da Gorbachiov che predica "Soluzioni Globali a Problemi Globali", ossia Nuovo Ordine Mondiale. Questo baraccone dell'industria della denuncia italiana sta sviando molte persone dalla comprensione delle cause della loro frustrazione e sofferenza;
David Rockefeller
che non sono i servi corrotti dell'elite, come i politici e le varie caste, e non è nemmeno la CO2 assassina, ma sono in primo luogo i grossi banchieri internazionali come i Rothschild e i Rockefeller, quali si trovano al vertice del potere capitalista, poi i grossi magnati delle multinazionali come Bill Gates e i monopolisti globali dell'informazione; tutti questi personaggi si riuniscono in società segrete o in cenacoli privati per decidere le politiche da far adottare in tutto il mondo ad opera dei governi "eletti democraticamente". I politici sono tutti servi di questi personaggi. Questi baracconi della denuncia, come quelli di Grillo e soci, assolvono anche ad un altro scopo: essi servono a molti a delegare il proprio potere nelle mani del paladino di turno perché questi molti "tengono famiglia"; le lotte le deve fare il "paladino" perché se le facessero loro in prima persona avrebbero solo da perderci; a loro basta urlare ogni tanto il sabato o la domenica a qualche manifestazione indetta dal "paladino" per sentirsi con la coscienza a posto. Quindi non sarebbe del tutto giusto dare la colpa solo all'elite; si, questa ci sta portando verso una dittatura scientifica globale e un governo mondiale ma forse siamo anche noi che glielo stiamo permettendo, per via della nostra passività e codardaggine, per il nostro quieto vivere, perché non ci vogliamo troppo compromette, perché pensiamo che avremmo solo da perderci a fare attività e lotte in prima persona e perché reputiamo meglio delegare piuttosto che pensare e agire in prima persona. Anche se voi avete tutto da perdere pensate però al futuro che aspetta i vostri figli (quelli che ancora ce li hanno) se continuate con questi pensieri; la dittatura dell'elite è alle porte; ne Grillo, ne Travaglio, ne Chiesa, ne Barnard ne altri potranno aiutare i vostri figli a stare meglio in questo pianeta; è necessario che ognuno faccia la propria parte in prima persona. Pensare e agire in prima persona invece di far pensare e agire gli altri mentre noi rimaniamo spettatori passivi o tifosi di questo o quel "paladino". Essere attivi in prima persona significa non bersi nulla di precotto che ci arriva da un "paladino"; significa verificare le fonti in prima persona; mettere tutto in discussione, anche le informazioni di questo e altri blog, perché nessuno ha tutta la verità in tasca, ed è necessario che più persone facciano ricerca e condividano le informazioni; tutto ciò per arrivare ad un aumento di consapevolezza collettiva che è il prerequisito di un cambiamento reale.

Il Fondo Monetario Internazionale teme un' "esplosione sociale" derivante dalla crisi dei posti di lavoro

www.telegraph.co.uk
13 Settembre 2010
Di
Ambrose Evans-Pritchard
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

"Il mercato del lavoro è in cattive acque. La grande recessione si è lasciata dietro un deserto di disoccupazione." ha detto Dominique Strauss-Kahn, capo del FMI, ad un summit sul lavoro a Oslo insieme alla Federazione Internazionale del Lavoro (ILO).  Ha detto che una doppia immersione nella recessione resta improbabile, ma ha sottolineato che il mondo non è ancora sfuggito ad una crisi sociale profonda. Egli ha definito un grave errore quello di pensare che l'Occidente fosse di nuovo al sicuro dopo il barcollamento così vicino al baratro dello scorso anno. "Non siamo sicuri" ha detto. Un rapporto congiunto FMI-ILO ha affermato che erano stati persi 30 milioni di posti di lavoro dall'inizio della crisi, i tre quarti nelle economie più ricche. La disoccupazione globale ha raggiunto i 210 milioni. Esso afferma:"La grande recessione ha lasciato aperte delle ferite. Alti livelli di disoccupazione di lunga durata rappresentano un rischio per la stabilità delle esistenti democrazie." Lo studio ha citato la prova che le vittime della recessione all'inizio dei vent'anni patiscono danni nell'arco della loro vita e hanno perso la fiducia nelle istituzioni pubbliche. Un nuovo risvolto è l'apparente calo nella "intensità di crescita occupazionale", come contraccolpo della produzione che richiede un minor numero di lavoratori extra. Così, può essere difficile riassorbire quelli che sono stati licenziati, anche se la ripresa riacquista il ritmo. Il mondo deve creare 45 milioni di posti di lavoro all'anno per il prossimo decennio solo per mitigare il passo. Oliver Blanchard, capo economista del FMI, ha detto che la percentuale dei lavoratori licenziati per lunghe restrizioni è in aumento da decenni con ogni recessione, ma questa volta le cifre sono aumentate.
Egli ha detto:"La disoccupazione di lunga durata è allarmante: negli Stati Uniti, la metà dei disoccupati sono senza lavoro da più di 6 mesi, qualcosa che non avevamo visto nell'epoca della Grande Depressione"
La Spagna ha registrato il più grande shock, con una disoccupazione vicino al 20%. In Gran Bretagna il tasso è passato dal 5,3 al 7,8% negli ultimi due anni, un record leggermente migliore rispetto alla media OCSE. Questo è in contrasto con gli anni '70 e i primi anni '80 del novecento, quando la Gran Bretagna stava notoriamente peggio. Nel Regno Unito i senza lavoro ammontano a 2,48 milioni. Il Signor Blanchard ha chiesto uno stimolo monetario extra come prima linea di difesa se "si materializzano i rischi di ribasso alla crescita", ma ha affermato che le autorità non dovrebbero escludere un altro impulso fiscale, malgrado le preoccupazioni del debito. Ha affermato:"Se lo stimolo fiscale aiuta a evitare la disoccupazione strutturale, esso può effettivamente pagare se stesso."
"La maggior parte dei paesi avanzati non deve stringere le politiche di bilancio prima del 2011: stringere prima potrebbe compromettere la ripresa" afferma il rapporto, rimproverando la Coalizione Britannica, i falchi dell'austerità Tedeschi e i Repubblicani Statunitensi. Sotto il socialista francese Strauss-Kahn il Fondo Monetario ha assunto un sapore Keynesiano.
La relazione lambisce la controversa questione se la globalizzazione consente alle aziende di impegnarsi "nell'arbitraggio della manodopera" collocando l'impianto in economie a basso salario, come la Cina, per spedire i prodotti in Occidente.
Nemmeno essa afferra le distorsioni commerciali causate da questa politica monetaria della Cina, se non per richiamare "i paesi in eccedenza" a giocare la loro parte nel riequilibrio.
Il FMI ha affermato che può esistere un legame tra le crescenti disuguaglianze all'interno delle economie occidentali e lo sgonfiamento della domanda. Gli storici dicono che l'ultima volta che il divario di ricchezza raggiunse questi estremi era nel 1928-29. Alcuni sostengono che la concentrazione della ricchezza può causare investimenti che portano a superare la domanda, con conseguente eccesso di capacità. Questo può far rotolare il mondo verso un tracollo.

link articolo originale
: http://www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/financialcrisis/8000561/IMF-fears-social-explosion-from-world-jobs-crisis.html

La Classe dei Nuovi Disoccupati


Andy Kroll

Mother Jones
20 Settembre 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Gli Americani più vecchi che hanno perso i loro posti di lavoro all'interno della Grande Recessione dovrebbero rinunciare alla ricerca e aspettare fuori fino alla pensione? Questa è la questione di fondo in un articolo del New York Times sui disoccupati americani più vecchi che trovano quasi impossibile ritornare nel mondo del lavoro. Essi stanno spedendo curriculum e lettere di accompagnamento senza alcun risultato; un certo biasimo sulla loro discriminazione fondata sull'età fa arrugginire inoltre le competenze professionali. Un accademico li ha chiamati "la classe dei nuovi disoccupati". Come puntualizzato da Motoko Rich del Times, 2,2 milioni dei 15 milioni di americani disoccupati ha un'età oltre i 55 anni, la metà sono disoccupati da sei o più mesi e il tasso di disoccupazione del 7,3 % per questo gruppo è il più alto di tutti. Il Times continua a riferire:
Da quando è avvenuto il tracollo economico, non sono stati creati abbastanza posti di lavoro per la popolazione nel suo complesso, molti meno per quelli che sono al crepuscolo della loro carriera...
Dopo altre recenti recessioni, le persone più anziane che avevano perso il loro lavoro si impazientivano per quanto tempo ci sarebbe voluto a ritornare nel mondo del lavoro ed erano preoccupati di non ritrovare il loro precedente reddito. Ma oggi, a causa del fatto che ci vorranno anni per riassorbire la grande riserva di disoccupati con l'andatura attuale dell'economia, molte di queste persone anziane possono andare oltre la loro età da lavoro prima che cambi la loro fortuna.
Il Times si focalizza sull'esperienza di Patricia Reid, una revisore di conti licenziata alla Boing nello stato di Washington:
Per la signora Reid ci sono stati quattro anni di caccia - senza una singola proposta di lavoro. Ella racconta freneticamente mentre descrive le innumerevoli richieste di impiego che ha mandato attraverso internet, oltre ai corsi online che sta prendendo per lustrare le sue abilità nel software. Eppure, quando viene pressata, il suo spirito del "posso farcela" vacilla.
'Ci sono questi timori sullo sfondo, ed essi vengono soffocati' ha detto la signora Reid, che ora vende alcuni dei suoi gioielli e vestiti on line ed è un po in ritardo sui pagamenti con la carta di credito. 'Ho avuto gli incubi di diventare una donna senza tetto' ella ha detto. 'Potrebbe accadere a chiunque. Tante persone sono così vicino a ciò, e non lo sanno'
Rinunciare presto alla chiamata - a 55 o a 60 anni, per esempio - non è certo quello che medita la maggioranza degli americani di età superiore. Tutto il contrario: con costi sanitari in salita, colpiti duramente dalla diminuzione delle pensioni e dal continuo aumento del costo dei beni di tutti i giorni, gli americani più vecchi sperano di lavorare oltre la tradizionale età pensionabile e non abbandonare in anticipo il mondo del lavoro. Il Times non cita un curioso dato statistico circa i disoccupati più anziani. Secondo i dati sul lavoro, gli americani più anziani che hanno più probabilità di rimanere bloccati al margine del mondo del lavoro sono quelli più istruiti. E' controintuitivo ma vero. I lavoratori più anziani con "qualche college", un diploma di laurea o esperienza superiore stanno più a lungo senza lavoro rispetto a quelli con un semplice diploma di scuola superiore. Patricia Reid, la donna citata dal Times, si inserisce in questo quadro: ella ha una laurea in Business Administration ed è stata alla ricerca di lavoro per quattro anni. Forse una maggiore istruzione non è sempre una buona cosa se siete alla ricerca di lavoro.

link articolo originale:
http://www.activistpost.com/2010/09/class-of-new-unemployables.html

Vedi anche (in inglese) POLL: Unemployment Affects Three Out of Four Americans
http://www.activistpost.com/2010/09/poll-unemployment-affects-three-out-of.html


Il
Progetto dell'ONU: Smantellare la Classe Media e costruire Il Governo Mondiale

Paul Joseph Watson

Prison Planet.com
9 Settembre 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

I globalisti hanno delineato l'agenda ri-etichettare il global warming come sovrappopolazione nel tentativo di imporre la tassa sul carbonio.
Un progetto dell'ONU per permettere all'organizzazione di tornare in prima linea nella global governance rivela in modo allarmante l'agenda di ri-etichettare il global warming come "sovrappopolazione", come mezzo per smantellare le classi medie, mentre usa la "redistribuzione della ricchezza globale" e l'aumento dell'immigrazione per rinvigorire il perseguimento di un unico governo mondiale. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon e 60 dei suoi principali luogotenenti si sono incontrati allo scorso Labor Day in un isolato rifugio Alpino Austriaco nel tentativo di far si che l'agenda del global warming tornasse di nuovo in pista dopo il triste fallimento di Copenaghen. Il documento di pianificazione che è stato consegnato ai delegati alla conferenza fu fatto trapelare in seguito da Fox News, e delinea la strategia di esaltare la "redistribuzione della ricchezza a livello mondiale", come base per il programma sul cambiamento climatico. Come scoperto allo scorso vertice di Copenaghen, il programma di "redistribuzione della ricchezza a livello mondiale" si incentra in larga parte attorno al saccheggio della ricchezza delle classi medie nei paesi più ricchi attraverso le tasse sul carbonio e l'uso di quel denaro per finanziare la costruzione del governo mondiale. Come trapelato dal "Testo Danese", il denaro generato dalle imposte sui consumi andrebbe direttamente alla Banca Mondiale e non ai paesi in via di sviluppo. Secondo i termini di questa proposta, ai paesi più poveri non verrà consegnato semplicemente il denaro saccheggiato alle nazioni più ricche, saranno invece costretti ad accettare i "crediti verdi" in nome della lotta al cambiamento climatico, una politica che farebbe sbarcare il terzo mondo, già devastato finanziariamente, in un debito ancora maggiore, da pagare alle istituzioni globaliste come il FMI. Il nuovo documento di posizione esprime l'agenda dell'ONU dietro una semantica contorta e una retorica globalista happy-clappy, ma risulta completamente messa a nudo la missione di utilizzare la scienza fraudolenta del cambiamento climatico, che l'IPCC delle NAZIONI UNITE è stato colto a manipolare più e più volte, per eviscerare completamente la classe media. L'obiettivo è quello di "limitare e reindirizzare le aspirazioni verso una vita migliore della crescente classe media di tutto il mondo"; in altre parole ridurre il tenore di vita delle classi medie in Europa Occidentale e in America. Come espresso dal documento di apertura della sessione:"La vera sfida viene dalla crescita esponenziale della società dei consumi a livello mondiale spinta dalle aspirazioni sempre più elevate degli strati superiori e medi dei paesi ricchi così come dall' espansione della domanda della classe media emergente nei paesi in via di sviluppo. La nostra vera ambizione dovrebbe essere quindi la creazione di incentivi per la trasformazione profonda degli atteggiamenti e degli stili di consumo." Questo è discorso globalista per lo smantellamento della classi medie attraverso saccheggi tramite carbon tax e dazi sul consumo nel nome della lotta contro la povertà nelle aree più povere del mondo e l'arresto del cambiamento climatico. Tuttavia, come abbiamo già spiegato, questo è solo uno stratagemma. I soldi non saranno "redistribuiti" ai poveri, saranno inghiottiti dalle istituzioni globaliste nella messa in opera della truffa. Il documento trapelato spiega anche come le Nazioni Unite possano sfruttare l'immigrazione di massa per spingere verso una maggiore regolamentazione di controllo della governance globale, concentrandosi su "Come sfruttare l'ondata globale di migranti dai paesi poveri a quelli ricchi per costruire una nuova 'struttura di governance della migrazione internazionale'". Il documento mette in chiaro che l'ONU è in procinto di adottare un nuovo stratagemma di pubbliche relazioni spingendo il falso e screditato mantra del riscaldamento globale, attraverso la rietichettatura di esso come minaccia da sovrappopolazione. La popolazione mondiale è destinata ad arrivare a 9 miliardi nel 2050 e la strategia delinea la necessità di dare a questo quadro l'enfasi chiave nel tentativo di intimidire la gente e portarla ad accettare il fatto che un pianeta sovraffollato provoca devastazione ambientale. 


"I leader delle Nazioni Unite intendono continuare nel tentativo di cambiare ciò, specialmente quando si tratta dell'agenda sul clima". "I prossimi 40 anni si riveleranno fondamentali", sostiene un documento, mentre mette le basi di una rinnovata campagna ONU sul clima; la "50-50-50 Challenge", afferma la relazione di Fox News, aggiunge che l'obiettivo delle Nazioni Unite è quello di ridurre le emissioni di CO2 del 50 per cento prima del 2050. Tuttavia, le cifre delle Nazioni Unite indicano chiaramente che la popolazione si stabilizzerà nel 2020 e poi scenderà drasticamente dopo il 2050 e in verità quello della sottoppopolazione diventerà il vero problema a lungo termine. Allo stesso tempo l'Economist riporta che "la fertilità è in calo e le famiglie stanno riducendosi in luoghi come Brasile e Indonesia e anche parti dell'India che la gente pensa siano brulicanti di bambini. Come si evince dal briefing, il tasso di fertilità di metà del mondo è adesso di 2,1 o inferiore - il numero magico che è coerente con una popolazione stabile e di solito viene chiamato 'tasso di fertilità di sostituzione'. In qualche momento tra il 2020 e il 2050 il tasso di fertilità mondiale scenderà al di sotto del tasso di sostituzione globale."
Per raggiungere il loro obiettivo, le Nazioni Unite dovranno vigilare "nientemeno che una trasformazione fondamentale dell'economia mondiale", afferma il rapporto. In altre parole la crescita economica svanirà e sarà sostituita dalla "green economy" e dalla "rivoluzione post-industriale". La fondamentale trasformazione dell'economia della Spagna verso "un'economia verde" ha devastato il paese, con una disoccupazione che colpisce un paralizzato 20%. Lo schema rende evidente che l'ONU intende riaffermare il suo ruolo di istigatore e leader di un governo mondiale e si accingerà a conseguire tale obiettivo scavalcando gli stati nazionali e contrastando la sovranità nazionale. Nel documento si legge: "Le Nazioni Unite dovrebbero essere in grado di assumere un ruolo guida nella definizione dell'agenda globale, impegnandosi in modo efficiente con altre organizzazione multinazionali e regionali come con la società civile e gli attori non statali e trasformarsi in uno strumento che contribuisce ad attuare gli obiettivi concordati globalmente" . 
"La struttura di governance globale, ancora dominata dalla sovranità nazionale, è capace di rispondere la coerenza e la velocità necessaria?" chiede esso.
"Oppure abbiamo bisogno di spingere il tasto 'reset' e ripensare la governance globale per far fronte alla sfida 50-50-50?"
Il documento programmatico chiarisce altresì che l'ONU intende espandere drasticamente il suo ruolo di poliziotto del mondo, attraverso la "costruzione di una 'stabile giustizia ed elementi di correzione' per andare con una forza di polizia semi-permanente - una forza d'urto permanente per stabilire tribunali e prigioni nelle nazioni dove sono di stanza le forze di pace." Il documento delinea anche l'intenzione di spingere nuovi poteri di regolamentazione economici per consentire all'organizzazione di introdurre un regolamento finanziario globale.

link articolo originale
: http://www.prisonplanet.com/54680.html