sabato 10 luglio 2010

La rivoluzione tecnologica e il futuro della libertà: Parte 1

di Andrew Gavin Marshall
Global Research
24 Giugno 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Questa è la prima parte della serie La Rivoluzione Tecnologica e il Futuro della Libertà divisa in 4 parti; le altre parti sono elencate sotto:
La rivoluzione tecnologica e il futuro della libertà: Parte 2
La rivoluzione tecnologica e il futuro della libertà: Parte 3
 
La rivoluzione tecnologica e il futuro della libertà: Parte 4

Il risveglio politico globale e il nuovo ordine mondiale

Vi è uno sviluppo unico e nuovo nella storia umana che si stà realizzando in tutto il mondo, è senza precedenti nella portata e nel volume, ed è anche la più grande minaccia a tutte le strutture di potere globale: il 'risveglio politico globale'. Il termine è stato coniato da Zbigniew Brzezinski, e si riferisce al fatto che, come scrive lo stesso Brzezinski:

Per la prima volta nella storia, quasi tutta l'umanità è politicamente attiva, politicamente consapevole e politicamente interattiva. L'attivismo globale stà generando un impulso verso la ricerca del rispetto culturale e delle opportunità economiche, in un mondo segnato dal ricordo della dominazone coloniale e imperiale. [1]
Si tratta, in sostanza, di questo massiccio "risveglio politico globale" che presenta la più grave e la più grande sfida ai poteri organizzati della globalizzazione e alla politica economica globale: stati nazionali, multinazionali e banche, banche centrali, organizzazioni internazionali, militari, intelligence, media e istituzioni accademiche. La Classe Capitalista Transnazionale (CCT), o 'Superclasse', come denominata da David Rothkopf, si è globalizzata come mai avvenuto prima. Per la prima volta nella storia abbiamo una vera elite globale fortemente integrata. Mentre le elite hanno globalizzato il loro potere, cercando di costruire un 'Nuovo Ordine Mondiale' di global governance e in ultima analisi di governo mondiale, esse hanno contemporaneamente globalizzato la popolazione.
La 'rivoluzione tecnologica' (o rivoluzione 'tecnotronica', come la definì Brzezinski nel 1970) implica due importanti sviluppi geopolitici. Il primo è che con l'avanzare della tecnologia, i sistemi di comunicazione di massa sono in rapida accelerazione, e la gente del mondo è in grado di impegnarsi in comunicazioni immediate e accedere alle informazioni provenienti da tutto il mondo. In ciò si ritrova il potenziale - e in definitiva una fonte centrale - di un massiccio risveglio politico globale. Allo stesso tempo, la rivoluzione tecnologica ha permesso alle elite di riorientare e controllare la società in modi mai prima immaginati, che culminano in definitiva in una dittatura scientifica globale, come molti avevano messo in guardia nei primi decenni del XX secolo. Il potenziale per il controllo delle masse non è mai stato così grande, mentre la scienza scatena tutta la potenza della genetica, della biometria, della sorveglianza e nuove forme di eugenetica moderna; che sono imlpementate da una elite scientifica equipaggiata da sistemi di controllo psico-sociale (uso della psicologia per controllare le masse).
Cos'è il 'Risveglio Politico Globale'?
Per rispondere a questa domanda è meglio lasciar parlare Zbigniew Brzezinski, dal momento che il termine è il suo. Nel 2009 Zbigniew Brzezinski pubblicò un articolo su International Affair, la rivista accademica del Chatam House, basato su un discorso che egli tenne alla stessa londinese Chatam House. Chatam House, un tempo Royal Institute of International Relations, è l'equivalente britannico dello statunitense Council on Foreign Relations, entrambi fondati nel 1921 come "Istituzioni sorelle" per coordinare la politica estera anglo-americana. Il suo articolo "Le principali sfide di politica estera per il prossimo presidente degli Stati Uniti", analizza giustamente le grandi sfide geopolitiche per l'amministrazione Obama, alla guida dell'egemonico stato globale in questa fase critica. Brzezinski si riferisce al 'risveglio politico globale' come a "un evento veramente trasformativo sulla scena globale", dato che:
Per la prima volta nella storia umana quasi tutta l'umanità è politicamente attiva, politicamente consapevole e politicamente interattiva. Ci sono solo poche sacche di umanità, lasciate negli angoli più remoti del mondo, che non sono politicamente vigili e impegnate in agitazioni e movimenti politici, che sono oggi ampiamente diffusi in tutto il mondo. Il conseguente attivismo globale stà generando un impulso nella ricerca della dignità personale, del rispetto culturale e delle opportunità economiche , in un mondo dolorosamente segnato dal ricordo della secolare dominazione coloniale straniera e del dominio imperiale [2].
Brzezinski afferma che il 'risveglio politico globale' è uno dei più drammatici e significativi sviluppi nella geopolitica che si sia mai verificato, ed "è evidente in differenti forme radicali dall'Iraq all'Indonesia, dalla Bolivia al Tibet." Come spiegato dall'Economist:"Sebbene l'America è concentrata sulla sua nozione di cosa vuole la gente (democrazia e ricchezza creata dal libero scambio e dall'apertura dei mercati), Brzezinski punta in una direzione diversa: è la Dignità". Inoltre, afferma Brzezinski, "Il desiderio mondiale di dignità umana è la sfida centrale inerente al fenomeno del risveglio politico globale."[3]
Nel 2005 Brzezinski scrisse un saggio per l'American Interest, dal titolo “The Dilemma of the Last Sovereign,” (Il dilemma dell'ultimo sovrano), in cui spiega il paesaggio geopolitico in cui si trovano immersi l'America e il mondo. Egli scrisse che :"Per la maggior parte degli stati la sovranità tende a diventare una finzione giuridica" e valutava criticamente gli obiettivi di politica estera e la retorica dell'amministrazione Bush. Brzezinski è stato un fervente critico della "guerra al terrore" e della retorica inerente ad essa, ossia la demonizzazione dell'Islam e della gente musulmana, che costituiscono rispettivamente la religione in più rapida crescita e una tra le popolazioni in più rapido aumento del pianeta. Brzezinski teme l'aumento di effetti negativi che questo può avere sulla politica estera americana e sugli obiettivi e le aspirazioni del potere globale. Egli scrive:

L'America ha bisogno di far fronte direttamente ad una nuova realtà globale di centrale importantanza: quella che la popolazione mondiale stà sperimentando un risveglio politico senza precedenti per portata e intensità, con la conseguenza che le politiche del populismo stanno trasformando le politiche del potere. La necessità di rispondere a questo fenomeno di massa pone all'unico sovrano Americano uno storico dilemma: Quale dovrebbe essere l'impostazione centrale del ruolo dell'America a livello mondiale?[4]
Brzezinski spiega che la formulazione di una politica estera basata su un solo singolo evento - gli attacchi terroristici dell'11 settembre - ha leggittimato misure illegali (tortura, sospensione dell'habeas corpus, ecc.) e si è scagliata contro i pacifici cittadini per fargli accettare la "guerra globale al terrore", una guerra senza fine. La retorica e le emozioni al centro di tale politica estera a livello mondiale hanno creato un'ondata di patriottismo e di sentimenti di riscatto e di vendetta. Così Brzezinski spiega:

Non c'era bisogno di essere più precisi in merito a chi fossero i terroristi in realtà, da dove venivano o quali erano le loro motivazioni storiche, le loro passioni religiose o rivendicazioni politiche che hanno fatto concentrare il loro odio sull'America. Il terrorismo così sostituisce le armi nucleari Sovietiche come principale minaccia, e i terroristi (potenzialmente onnipresenti e generalmente identificati come Musulmani) hanno sostituito i comunisti come minaccia onnipresente.[5]
Brzezinski spiega che questa politica estera, che ha infiammato l'anti-americanismo in tutto il mondo, specialmente nel mondo musulmano, la cui popolazione è stata il target principale della retorica del "terrorismo", ha di fatto ulteriormente infiammato il "risveglio politico globale'.
Brzezinski scrive che:

La sfida centrale del nostro tempo non è posta dal terrorismo globale, ma piuttosto dall'intensificazione della turbolenza causata dal fenomeno del risveglio politico globale. Questo risveglio è socialmente massiccio e politicamente radicale [6].
Questo 'risveglio politico globale', scrive Brzezinski, mentre è oggi unico nella sua portata globale, ha origine nelle idee e nelle azioni della Rivoluzione Francese, che è stata centrale nel "trasformare la politica moderna attraverso l'emergere di una forte coscienza sociale nazionale". Brzezinski spiega l'evoluzione del 'risveglio':

Durante i successivi 216 anni, il risveglio politico si è diffuso gradualmente, ma inesorabilmente, come una macchia d'inchiostro. L'Europa del 1948, e più in generale, i movimenti nazionalisti di fine XIX e inizio del XX secolo, riflettevano le nuove politiche di passioni populiste e di crescente impegno di massa. In alcuni luoghi tale combinazione ha abbracciato un Manicheismo utopico che è stato la rampa di lancio per la Rivoluzione Bolscevica del 1917, l'assunzione del potere fascista in Italia nel 1922, e il sequestro nazista dello stato tedesco nel 1933. Il risveglio politico si è anche abbattuto in Cina, facendola precipitare in diversi decenni di conflitti civili. I sentimenti anti-coloniali hanno galvanizzato l'India, dove la tattica della resistenza passiva ha effettivamente disarmato la dominazione imperialista, e dopo la seconda guerra mondiale le politiche anti-colonialiste si risvegliarono altrove ponendo fine ai rimanenti imperi europei. Nell'emisfero occidentale, il Messico sperimentò i primi sentori di attivismo populista già nel 1860, portando infine alla Rivoluzione Messicana all'inizio del XX secolo. [7]
In definitiva, ciò che questo significa è che - indipendentemente dai risultati finali dei risvegli passati - quello che è fondamentale per il concetto di 'risveglio politico' è che la popolazione - la gente - assume una coscienza politica e sociale e, successivamente, partecipa in massa ad azioni politiche e sociali volte a generare un importante spostamento e cambiamento, o rivoluzione, nel campo politico, economico e sociale. Pertanto, nessuna trasformazione sociale presenta una più grande o più diretta sfida alle radicate e centralizzate strutture di potere - siano esse di natura politica, sociale ed economica. Brzezinski continua a spiegare l'evoluzione del 'risveglio politico globale' nei tempi moderni:

Non è asagerato affermare che oggi nel XXI secolo la popolazione di gran parte del mondo in via di sviluppo è politicamente eccitata, e in molti luoghi è ribollente di agitazioni. Si tratta di una popolazione profondamente consapevole dell'ingiustizia sociale ad un livello senza precedenti, e spesso è risentita della supposta mancanza di dignità politica. Il quasi universale accesso alla radio, alla televisione e sempre più a internet, stà creando una comunità di percezioni condivise e invidia, che può essere galvanizzata e incanalata da passioni demagogiche politiche o religiose. Queste passioni trascendono i confini nazionali e rappresentano una sfida sia per gli stati esistenti, nonchè per la gerarchia esistente a livello mondiale, alla cima della quale poggia ancora l'America [8]
Brzezinski spiega che le diverse aree centrali del 'risveglio politico globale', quali la Cina, l'India, l'Egitto, la Bolivia , i Musulmani in Medio Oriente, Nord Africa, Sud-Est asiatico e sempre più in Europa, così come gli Indiani in America Latina, "sempre più stanno definendo ciò che desiderano in reazione a ciò che essi percepiscono essere un impatto ostile del mondo esterno su di loro. In differenti modi e gradazioni essi non amano lo status quo, e molti di loro sono suscettibili di essere mobilitati contro il potere esterno che essi invidiano e nello stesso tempo percepiscono come auto-interessato e preoccupato di mantenere lo status quo." Brzezinski si sofferma su questo specifico gruppo maggiormente scosso dal risveglio:
I giovani del Terzo Mondo sono particolarmente inquieti e risentiti. La rivoluzione demografica che essi rappresentano è quindi pure una bomba ad orologeria politica. Con l'eccezione di Europa, Giappone e America, la rapida espansione della protuberanza demografica nella fascia dei 25enni e al di sotto, stà creando una massa enorme di giovani impazienti. Le loro menti sono state mosse dai suoni e dalle immagini che provengono da lontano e che intensificano la loro disaffezione verso ciò che hanno a portata di mano. Il loro potenziale rivoluzionario d'avanguardia è probabile che emerga tra le decine di milioni di studenti concentrati nei spesso intellettualmente dubbi istituti di istruzione di "terzo livello" dei paesi in via di sviluppo. A seconda della definizione del livello di educazione terziaria, ci sono attualmente in tutto il mondo tra gli 80 e i 130 milioni di "college" studenteschi. Provenienti tipicamente dalla borghesia socialmente insicura e infiammati da un senso di indignazione sociale, questi milioni di persone sono dei rivoluzionari in attesa, già semi-mobilitati in congregazioni di grandi dimensioni, collegati a internet e pre-posizionati per un replay su scala più grande di ciò che è accaduto anni prima a Città del Messico e in piazza Tiananmen. La loro energia fisica ed emotiva è la frustrazione che aspetta solo di essere innescata da una causa, da una fede, o da un odio. [9]
Brzezinski presuppone qundi che per affrontare questa nuova "sfida" globale ai poteri consolidati, in particolare agli stati-nazione, che non possono dedicarsi sufficientemente all'incremento della popolazione inflessibile e alle richieste populiste, ciò che si richiede è "un incremento della cooperazione sovranazionale, attivamente promossa dagli Stati Uniti." In altre parole, Brzezinski è a favore di una maggiore e ampliata "internazionalizzazione", e non sorprende considerando che egli gettò le basi intellettuali della Commissione Trilaterale. Egli spiega che "La democrazia di per se non è una soluzione duratura", perchè essa potrebbe essere oltrepassata dal "risentimento populista radicale". Questa è veramente una nuova realtà globale:
L'umanità politicamente risvegliata anela alla dignità politica, che la democrazia può migliorare, ma la dignità politica comprende anche l'auto-determinazione etnica e nazinale, l'auto-determinazione religiosa e i diritti umani e sociali, il tutto in un mondo che è attualmente consapevole delle ingiustizie economiche, razziali ed etniche. La ricerca della dignità politica, soprattutto attraverso l'autodeterminazione nazionale e la trasformazione sociale, fa parte del battito dell'affermazione di se che viene dal mondo svantaggiato [10].
Così, scrive Brzezinski, "Una risposta effettiva può solo venire da un'America sicura di se veramante impegnata in una nuova visione di solidarietà globale". L'idea è che per affrontare il malcontento provocato dalla globalizzazione e dalle strutture di potere globale, il mondo e l'America devono espandere e istituzionalizzare il processo di globalizzazione, non semplicemente nella sfera economica, ma anche in quella sociale e politica. E' una logica errata, per non dire altro, che la risposta a questo problema sia di aumentare e rinsaldare i problemi sistemici. Non si può spegnere un incendio con l'aggiunta di carburante.
Brzezinski ha perfino detto che:"Sia detto subito che la sovranazionalità non deve essere confusa con il governo mondiale. Anche se fosse auspicabile, l'umanità non è minimamente pronta per il governo del mondo, e il popolo americano certamente non lo vuole." Invece, sostiene Brzezinski, l'America deve avere un ruolo centrale nella costruzione di un sistema di global governance, "plasmando un mondo che è meno definito dalla sovranità nazionale e più dalla realtà dell'espansione politicamente regolata dell'interdipendenza."[11] In altre parole, non un 'governo mondiale', ma una 'global governance', che è semplicemente un espediente retorico, perchè la 'governance globale' - non importa quante sovrapposizioni, sporadiche o saltuari, essa rappresenta, è in realtà un passo fondamentale e una transizione necessaria nello spostamento verso un governo globale effettivo.
Così la retorica di una "guerra globale al terrore" in realtà infiamma ulteriormente il 'risveglio politico globale' come opposto da sfidare e su cui focalizzare il problema. Nel 2007 Brzezinski disse al Senato degli Stati Uniti che la "Guerra al terrore" è stata una "mitica narrativa storica," [12] o in altre parole, una totale invenzione.
Del Potere e delle Persone
Per capire bene il 'risveglio politico globale' è fondamentale capire e analizzare le strutture di potere che sono gravemente minacciate. Perchè Brzezinski parla a gran voce su questo argomento? Da quale prospettiva egli affronta questo problema?
Le strutture di potere globale sono spesso rappresentate dagli stati-nazionali, oltre 200 al mondo, e la vasta maggioranza sta affrontando un incremento delle popolazioni politicamente risvegliate le quali sono sempre più coinvolte in comunicazioni e questioni transnazionali (come la povertà, la disuguaglianza, la guerra, l'impero, ecc..) piuttosto che da questioni  nazionali.  Tra gli stati-nazionali, quelli più dominanti sono le potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti, i quali siedono al top della gerarchia globale delle nazioni come la potenza egemone a livello mondiale (impero). Alla politica estera Americana è stato fornito l'impulso imperiale da parte di un network internazionale interconnesso di think tank, che riuniscono assieme le figure al top della politica, del sistema bancario, dell'industria, del settore accademico, dei media, del settore militare e dell'intelligence, al fine di formulare politiche coordinate.
Le più importanti di queste istituzioni che socializzano le elite attraverso le frontiere nazionali e forniscono le motivazioni e gli stimoli per l'impero sono un network interconnesso di think tank internazionali. Nel 1921 le elite  accademiche Britanniche e Americane si riunirono con i maggiori interessi bancari internazionali per formare due "Istituzioni Sorelle" chimate Royal Institute of International Affairs (RIIA) a Londra, adesso conosciuto come Chatham House, e il Council on Foreign Relations negli Stati Uniti. Successivi think tank furono creati in Canada, come L'Istituto Canadese per gli Affari Internazionali, ora conosciuto come Consiglio Canadese Internazionale (CCI), e altri think tank affiliati in Sud Africa, India, Australia, e più recentemente nell'Unione Europea con la formazione dell'European Council on Foreign Relations. [13]
A seguito della prima guerra mondiale tali poteri hanno cercato di ridisegnare nei loro progetti l'ordine del mondo, con Woodrow Wilson che proclamava il diritto "all'autodeterminazione nazionale", che ispirò la formazione degli stati-nazionali in tutto il Medio Oriente, che fino alla guerra era stato dominato dall'Impero Ottomano. Così, la proclamazione del diritto all' "autodeterminazione" per le persone di tutto il mondo diventò, di fatto, un mezzo per costruire strutture nazionlal-statali di potere con le quali le nazioni occidentali sono diventate non solamente strumentali alla costruzione, ma una reale egemonia. Per controllare le persone bisogna costruire le istituzioni di controllo. Nazioni come l'Iraq, l'Arabia Saudita, la Giordania, il Libano, la Siria, il Kuwait, ecc. non esistevano prima della guerra mondiale. Le elite hanno sempre cercato di controllare le popolazioni e gli individui per i loro desideri di potere. Non importa se il sistema politico è quello del fascismo, del comunismo, del socialismo o della democrazia: le elite cercano il potere e il controllo e sono insite in ogni sistema di governance. Nel 1929 Edward Bernays, nipote del padre della psicanalisi Sigmund Freud, scrisse una delle sue opere più influenti dal titolo "Propaganda". Bernays scrisse anche il libro sulle "Pubbliche Relazioni", ed è noto come il "padre delle relazioni pubbliche", e pochi al di fuori di quest'area sanno, comunque, che l'effetto di Bernays sull'elite e sul controllo sociale è stato profondo e di ampio respiro. Bernays condusse lo sforzo di propaganda della Cia dietro al colpo di stato nel 1954 in Guatemala, inquadrandolo come una "liberazione dal comunismo", quando in realtà è stata l'imposizione di una lunga dittatura di decenni per tutelare gli interessi della United Fruit Company, che aveva assunto Bernays per gestire la campagna mediatica contro il governo socialista democratico del Guatemala. Bernays trovò anche un fan e studente in Josef Goebbels, il Ministro della Propaganda di Hitler, che prese molte delle sue idee dagli scritti di Bernays. Uno tra i progetti più infami di Bernays fu quello di rendere popolare il fumo tra le donne Americane, assumendo belle donne per camminare su e giù per Madison Avenue, fumando sigarette, dando alle donne l'idea che il fumo era sinonimo di bellezza.
Nel suo libro del 1928, "Propaganda", Bernays scrisse che: "Se comprendiamo i meccanismi e le motivazioni della mentalità di gruppo, è ora possibile controllare e irregimentare le masse secondo la nosta volontà e senza che esse lo sappiano." Ulteriori informazioni:

La consapevole e intelligente manipolazione delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse è un elemento importante nella società democratica...Quelli che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere dominante nel nostro paese...In quasi ogni atto della nostra vita quotidiana, sia nella sfera della politica o del lavoro, nella nostra condotta sociale e nel nostro pensiero etico, siamo dominati da un numero relativamente piccolo di persone...che sono in grado di comprendere i processi mentali e i modelli sociali delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente del pubblico. [14]
A seguito della seconda guerra mondiale, l'America divenne la potenza egemone globale, il cui impulso imperiale è stato fornito dal concetto strategico di "contenimento" che comportava il frenare la diffusione del comunismo. Così, le avventure Americane in Corea, Medio Oriente, Africa, Asia e Sud America divennero definite dal desiderio di far "rotolare indietro" l'influenza dell'Unione Sovietica e del Comunismo. E' stato, non sorprendentemente, dal Council on Foreign Relations che ha avuto origine l'idea di "contenimento", come un elemento centrale della politica estera [15].
Inoltre, dopo la seconda guerra mondiale, all'America è stata affidata la responsabilità di sovrintendere alla gestione del sistema monetario internazionale e dell'economia politica globale attraverso la creazione di istituzioni e di accordi come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la NATO, le Nazioni Unite e il GATT (in seguito diventato Organizzazione Mondiale del Commercio - WTO).  Un istituto di potere centrale che è stato importante nella realizzazione del consenso tra le elite occidentali e ha fornito un forum per l'espansione dell'egemonia globale occidentale è stato il Gruppo Bilderberg, fondato nel 1954 come un think tank internazionale [16].
Zbigniew Brzezinski, un intraprendente accademico, si è iscritto al Council on Foreign Relations nei primi anni '60 del novecento. Nel 1970 Brzezinski, che aveva partecipato ad alcune riunioni del Bilderberg, scrisse un libro intitolato "Tra le due età: Il ruolo dell'America nell'Era Tecnotronica" nel quale egli analizzava l'impatto della "Rivoluzione Tecnologica ed Elettronica", quindi, "l'epoca tecnotronica". Brzezinski definisce la 'società tecnotronica' come "una società che prende forma a livello culturale, psicologico, sociale ed economico attraverso l'impatto della tecnologia e dell'elettronica - in particolare nel campo dei computer e delle comunicazioni. Il processo industriale non è più il principale fattore determinante del cambiamento sociale, del cambiamento dei costumi, della struttura sociale e dei valori della società"[17]
Brzezinski, ampliando la nozione di controllo sociale, come una di quelle promulgate da Edward Bernays, scrisse che "la condotta umana, alcuni sostengono, può essere predeterminata e soggetta a controllo intenzionale", e citò uno "sperimentatore nel controllo intelligente" che asseriva che "Io prevedo il momento in cui avremo i mezzi e quindi, inevitabilmente, la tentazione di manipolare il comportamento e il funzionamento intellettuale di tutte le persone attraverso la manipolazione ambientale e biochimica del cervello."[18]
Brzezinski, in un racconto che mise in mostra i suoi astuti poteri di osservazione e l'abilità di identificare le principali tendenze a livello mondiale, scrisse che noi siamo "di fronte all'emergere di elite transnazionali" che sono "composte da uomini d'affari internazionali, studiosi, professionisti e funzionari pubblici. I legami di queste nuove elite oltrepassano i confini nazionali, le loro prospettive non sono limitate alle tradizioni nazionali e i loro interessi sono più funzionali che nazionali." Inoltre, scrive Brzezinski, "è probabile che presto le elite sociali della maggior parte dei paesi avanzati saranno altamente internazionalizzate o globalizzate nello spirito e nella prospettiva." Tuttavia, avverte Brzezinski, questa crescente internazionalizzazione delle elite "potrebbe creare un pericoloso divario tra loro e la massa politicamente attiva, il cui 'localismo' - sfruttato in misura maggiore dai leader politici nazionalisti - potrebbe lavorare contro l'elite 'cosmopolita'."[19] Brzezinski scrisse anche al riguardo della "graduale comparsa di una società più controllata e amministrata", nella "rivoluzione tecnotronica" spiega:

Una tale società sarebbe stata dominata da una elite le cui pretese di potere politico poggerebbero su un presunto superiore know-how scientifico. Libera dalle restrizioni dei tradizionali valori liberali, questa elite non esiterebbe a raggiungere i suoi fini politici utilizzando le ultime tecniche moderne per influenzare il comportamento del pubblico e tenere la società sotto stretta sorveglianza e controllo. Sotto tali circostanze, l'impulso scientifico e tecnologico del paese non si sarebbe arrestato, ma  si sarebbe in realtà alimentato sulla situazione di sfruttamento [20]
Inoltre, scrive Brzezinski, "Il persistere della crisi sociale, l'emergere di una personalità carismatica e lo sfruttamento dei mass media per ottenere la fiducia del pubblico potrebbero essere dei passi nella trasformazione pezzo per pezzo degli Stati Uniti in una società altamente controllata". In particolare, Brzezinski scrive:"La tradizionale società Americana democratica potrebbe, a causa del suo fascino per l'efficienza tecnica, diventare una società altamente controllata, e le sue qualità umane e individuali sarebbero perse"[21]
Nel suo libro, Brzezinski auspica una "Comunità delle Nazioni Sviluppate", che consiste nell'Europa Occidentale, il Nord America, e il Giappone, al fine di un coordinamento e una integrazione per configurare un "nuovo ordine mondiale" costruito sulle idee della governance globale, sotto la direzione di queste elite transnazionali. Nel 1972 Brzezinski e il suo amico David Rockefeller, presentarono l'idea all' incontro annuale del Bilderberg. Rockefeller era, a quel tempo, presidente del Council on Foreign Relations ed era amministratore delegato della Chase Manhattan Bank. Nel 1973, Brzezinski e Rockefeller crearono la Commissione Trilaterale, una sorta di istituzione sorella del Gruppo Bilderberg, con una grande appartenenza cross-over, portando il Giappone nella sfera occidentale di integrazione economica e politica [22].
Nel 1975, la Commissione Trilaterale pubblicò una relazione della sua task force intitolata "La crisi della democrazia", di cui uno degli autori principali fu Samuel Huntington, uno scienziato politico stretto collaboratore e amico di Brzezinski. In questa relazione Huntington sostiene che negli anni '60 si era riscontrato un'aumento della democrazia in America, con una ripresa della partecipazione dei cittadini, spesso in forma di "marce, manifestazioni, movimenti di protesta e organizzazioni per una 'causa'."[23] Inoltre, gli anni '60 videro anche una riaffermazione del primato della parità come un obiettivo nella vita sociale, economica e politica."[24] Huntington analizzò in che modo si tratteggiava questo "impeto democratico"; le statistiche dimostravano che durante tutti gli anni '60 e nei primi anni '70, c'era stato un drammatico aumento della percentuale di persone che affermavano che gli Stati Uniti stavano spendendo troppo nel campo della difesa (dal 18% nel 1960, al 52% nel 1969, largamente dovuto alla guerra in Vietnam).[25] In altre parole, le persone stavano diventando politicamente consapevoli dell'impero e dello sfruttamento.
Huntington scrisse che "l'essenza dell'ondata democratica degli anni '60 è stata una generale sfida ai sistemi esisteni di autorità, pubblica e privata" e che "la gente non sentiva più la stessa costrizione a obbedire coloro che avevano precedentemente considerato superiori a se stessi per età, rango, stato, competenza, carattere o talento." Huntington spiegava che negli anni '60 "la gerarchia, l'esperienza e la ricchezza" vennero "attaccate pesantemente."[26] Egli affermò che le tre questioni chiave che erano state al centro della maggiore partecipazione politica degli anni '60 erano:
questioni sociali, come l'uso di droghe, le libertà civili e il ruolo delle donne;
questioni razziali, che riguardavano l'integrazione, l'occupazione, l'aiuto del governo alle minoranze e le rivolte urbane;
questioni militari, che coinvolgevano innanzitutto, naturalmente, la guerra in Vietnam, ma anche l'arruolamento, le spese militari, i programmi di aiuti militari e, più in generale, il ruolo del complesso militare industriale [27].
Huntington presentò questi tre problemi, essenzialmente, come "crisi della democrazia", nel senso che c'era una maggiore diffidenza verso il governo e l'autorità, che portò alla polarizzazione sociale e ideologica e determinò un "Declino dell'autorità, dello status, dell'influenza e dell'efficacia della presidenza."[28]
Huntington concluse che molti problemi di governance negli Stati Uniti derivavano da un "eccesso di democrazia", e che "l'efficace funzionamento del sistema politico democratico richiede di solito una qualche misura di apatia e di non coinvolgimento di una certa quantità di individui e gruppi." Huntington spiegava che la società aveva sempre avuto "gruppi marginali" che non partecipavano alla vita politica, e pur riconoscendo che l'esistenza della "marginalità da parte di alcuni gruppi è intrinsecamente non democratica," essa anche "consente alla democrazia di funzionare efficacemente." Huntington identifica "i neri" come uno di questi gruppi, i quali erano diventati politicamente attivi, e che presentavano il "rischio di sovraccaricare il sistema politico con le loro richieste."[29]
Huntington, nella sua conclusione, affermava che la vulnerabilità della democrazia, in sostanza la 'crisi della democrazia', viene da "un elevato livello di istruzione, mobilitazione e società partecipante," e che ciò che è necessario è "una esistenza più equilibrata" in cui ci siano dei "limiti auspicabili all'estensione della democrazia politica."[30] Tutto sommato, il report della Task Force della Commissione Trilaterale spiegava, in sostanza, che la "crisi della democrazia" viene dal fatto che ce n'è troppa, e così la 'soluzione' alla 'crisi' era quella di avere meno democrazia e più 'autorità'.
Il Nuovo Ordine Mondiale
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, gli ideologi americani - i politici e gli accademici - avevano iniziato a discutere l'idea della nascita di un "nuovo ordine mondiale" in cui il potere mondiale è centralizzato, con una sola potenza - gli Stati Uniti, e ponevano le basi per un'espansione dell'ideologia elitista relativa al concetto di 'globalizzazione': quello che il potere e le strutture di potere dovevano essere globalizzate. In breve, il 'nuovo ordine mondiale' sarebbe stato un ordine globale di global governance. Nel breve periodo doveva essere guidato dagli Stati Uniti, che dovevano essere l'attore centrale e primario nella costruzione di un new world order, e infine di un governo mondiale.[31]
Anne Marie Slaughter, attualmente direttrice della pianificazione politica per il Dipartimento di Stato Usa, è un' accademica di primo piano all'interno dell'establishment dell'elite Americana, avendo servito a lungo in vari posti presso il Dipartimento di Stato, le università di elite e nel consiglio del Council on Foreign Relations. Nel 1997 la Slaughter scrisse un articolo per il giornale del Council on Foreign Relations "Foreign Affairs", in cui discuteva i fondamenti teorici del "nuovo ordine mondiale". In esso scrisse che "Lo Stato non stà scomparendo, esso si stà disaggregando in parti funzionalmente distinte e separate. Queste parti - tribunali, agenzie di regolamentazione,  esecutive e anche legislative - stanno mettendosi in rete con i loro omologhi all'estero, creando una fitta rete di relazioni che costituisce un nuovo ordine intergovernativo," e che "l'intergovernativismo stà rapidamente diventando la modalità più diffusa ed efficace di governance internazionale."[32]
Molto prima delle analisi del 'nuovo ordine mondiale' della Slaughter, Richard N. Gardner pubblicò un articolo su Foreign Affairs intitolato "The Hard Road to World Order." Gardner, un ex ambasciatore americano e membro della Commissione Trilaterale, scrisse che "La ricerca di una struttura mondiale che assicuri la pace, l'avanzamento dei diritti umani, e stabilisca le condizioni per il progresso economico - per quello che è vagamente chiamato ordine mondiale - non è mai sembrata più frustrante, ma allo stesso tempo stranamente ottimistica."[33]
Gardner scrisse:"Se un urgente governo mondiale, una revisione della Carta delle Nazioni Unite e una molto rafforzata Corte Internazionale non forniscono le risposte, quale speranza c'è per il progresso? La risposta non soddisferà coloro che cercano soluzioni semplici a problemi complessi, ma si riduce essenzialmente a questo: la speranza per il prevedibile futuro risiede, non  nella costruzione di poche ambiziose istituzioni centrali di partecipazione universale e di giurisdizione generale, come era stato prospettato alla fine della guerra, ma piuttosto nel processo più decentrato, disordinato e pragmatico di inventare e adattare istituzioni di competenza limitata e appartenenza selezionata per affrontare problemi specifici sulla modalità del caso-per-caso, come è stata percepita la necessità della cooperazione dalle nazioni in questione."[34]
Poi affermò:"In breve, la 'casa dell'ordine mondiale' dovrà essere costruita dal basso verso l'alto piuttosto che dall'alto verso il basso. Essa sarà simile ad un grande "rimbombo, ronzante di confusione", per usare la celebre frase di William James per descrivere la realtà, ma, rispetto al vecchio assalto frontale, sarà realizzata molto meglio la fine della sovranità nazionale, erodendola pezzo per pezzo"[35]
Nel 1992, Strobe Talbott scrisse un articolo per il Time Magazine dal titolo "La nascita della nazione globale". Talbott lavorò come giornalista per il Time Magazine per 21 anni, e fu membro della Yale Corporation, una fiduciaria della Hotchkiss School e del Carnegie Endowment for International Peace, fu un direttore del Council on Foreign Relations, del North American Executive Committee della Commissione Trilaterale, e dell'American Association of Rhodes Scholars, e un membro con la facoltà di partecipazione al World Economic Forum. Talbott ha servito come vice segretario di Stato dal 1994 al 2001 nell'amministrazione Clinton e attualmente siede come presidente del Brookings Institution, uno dei principali think tank americani. Nel suo articolo del 1992 Talbott scrisse che "entro i prossimi cento anni, la nazione come la conosciamo oggi sarà obsoleta; tutti gli stati riconosceranno un'unica autorità globale." Spiegava:
 Tutti i paesi sono fondamentalmente ordinamenti sociali, adattamenti alle mutate circostanze. Non importa quanto permanenti e perfino sacri possono sembrare in un qualsiasi momento, in realtà sono tutti temporanei e artificiali. Attraverso i secoli c'è stata una generale tendenza verso unità più grandi che rivendicano la sovranità e, paradossalmente, una graduale diminuzione della quantità di vera sovranità che ogni paese ha effettivamente. [36]
Inoltre, egli scrisse che "essa ha occupato gli eventi del nostro meraviglioso e terribile secolo, per ribadire il processo verso il governo mondiale. Con l'avvento dell'energia elettrica, della radio e del trasporto aereo, il pianeta è diventato più piccolo come mai prima e la sua vita commerciale più libera, le sue azioni interdipendenti e i suoi conflitti sanguinosi."[37]
David Rothkopf, studioso al Carnegie Endowment for International Peace, ex vice Sottosegretario del Commercio per gli Scambi Internazionali nell'amministrazione Clinton, ex amministratore delegato della Kissinger Associates e membro del Council on Foreign Relations, ha recentemente scritto un libro dal titolo "Superclasse: le Elite del Potere Globale e il mondo che esse stanno costruendo". Come membro di questa "superclasse", il suo scritto dovrebbe fornire una necessaria visione dall'interno della costruzione di questo "Nuovo Ordine Mondiale". Egli afferma che :"In un mondo di  movimenti e minacce globali che non presentano il passaporto alle frontiere nazionali, non è più possibile per uno stato-nazione agire da solo e adempiere alla sua parte del contratto sociale." egli ha scritto che:"continueranno a farsi progressi," tuttavia, sarà impegnativo, perchè essi "indeboliscono molte strutture di potere nazionale e locale e il concetto culturale che ha profonde fondamenta nelle basi della civiltà umana, vale a dire la nozione di sovranità." Egli ha inoltre scritto che:"I Meccanismi di global governance sono maggiormente fattibili nell'ambiente di oggi", e che questi meccanismi "sono spesso creativi, con soluzioni temporanee agli urgenti problemi che non possono attendere che il mondo abbracci un'idea più grande e controversa come un reale governo mondiale."[38]
Nel Dicembre del 2008 il Financial Times pubblicò un articolo intitolato "And Now for A World Government", in cui l'autore, l'ex partecipante al Bilderberg Gideon Rachman, scrisse che "per la prima volta in vita mia, credo che la formazione di una sorta di governo mondiale sia plausibile," e che "Un 'Governo Mondiale' implicherebbe molto più che la cooperazione tra le nazioni. Sarebbe un'entità con caratteristiche quasi statali, sostenuta da un corpo di leggi. L'Unione Europea ha già istituito un governo continentale per 27 paesi, il quale potrebbe essere un modello. L'UE ha una corte suprema, una valuta, migliaia di pagine di diritto, un servizio civile di grandi dimensioni e la capacità di dispiegare la forza militare."[39]
Egli affermò che "è sempre più chiaro che le questioni più difficili che stanno di fronte ai governi nazionali sono di natura internazionale: vi è il riscaldamento globale, una crisi finanziaria globale e una 'guerra globale al terrore'." Ha scritto che il modello europeo potrebbe "diventare globale" e che un governo mondiale "si potrebbe fare" perchè "la crisi finanziaria e il cambiamento climatico stanno spingendo i governi nazionali verso soluzioni globali, anche in paesi come la Cina e gli Stati Uniti, i quali sono tradizionalmente dei feroci guardiani della sovranità nazionale." Egli ha citato un consulente del presidente francese Nicolas Sarkozy mentre diceva "La governance globale è solo un eufemismo per il governo mondiale", e che il "cuore della crisi finanziaria internazionale è che abbiamo mercati finanziari globali e nessuna norma di diritto globale." Tuttavia, Rachman afferma che qualsiasi spinta verso un governo mondiale "sarà un doloroso, lento processo." Egli afferma poi che un problema centrale di questa spinta può essere spiegato con l'esempio che viene dall'Unione Europea, che "quando i piani di un'unione sempre più stretta sono stati sottoposti agli elettori, hanno subito una serie di sconfitte umilianti nei referendum. In generale, l'Unione ha registrato progressi più veloci quando gli accordi di ampia portata sono stati concordati da tecnocrati e politici - spinti poi in avanti senza il riferimento diretto agli elettori. La governance internazionale tende ad essere efficace solo quando è anti-democratica."[40]
Il Risveglio Politico Globale e la Crisi Economica Globale
Di fronte alla crisi economica globale, il processo che ha portato al risveglio politico globale è in rapida espansione, così come si stanno esacerbando ed espandendo le disparità e le ineguaglianze sociali, politiche ed economiche che hanno portato al risveglio. Così il risveglio politico globale stà entrando in un periodo in cui subirà una trasformazione rapida, espansiva e globale.
Questo 'risveglio politico globale', che Brzezinski ha illustrato come una delle principali sfide geopolitiche globali di oggi, era in gran parte, fino a tempi recenti, esemplificato dal 'Sud Globale' o dal 'Terzo Mondo' delle nazioni in via di sviluppo del Medio Oriente, dell'Asia Centrale e del Sud est Asiatico, dell'Africa e dell'America Latina. Gli sviluppi negli ultimi decenni e anni in Venezuela, Bolivia e Iran, esemplificano l'orietamento nazionalista di buona parte di questo risveglio, che si svolge in un mondo che si muove sempre più velocemente verso la global governance e le istituzioni globali.
Nel 1998, Hugo Chavez è diventato presidente del Venezuela, dopo aver condotto una campagna di promesse di aiuti per la maggioranza povera della nazione. Nel 2002, si è avuto in Venezuela un tentativo Americano di colpo di Stato, ma Chavez conservò il suo potere e fu ulteriormente incoraggiato da questo tentativo, e acquisì un grande ed esplosivo sostegno popolare tra la gente. Chavez intraprese quello che potrebbe essere chiamato come un processo di "socialismo bolivariano", e prese una posizione Anti-americana decisa e veemente
in America Latina, a lungo considerata il "cortile posteriore" dell'America. Improvvisamente, vi è una virulenta retorica e disprezzo nei confronti degli Stati Uniti e la loro influenza nella regione, che era sostenuta dall'enorme ricchezza del petrolio del Venezuela.
In Bolivia Evo Morales è stato eletto presidente nel 2005 dalla nazione più povera del Sud America, e fu anche il primo leader indigeno del paese a ottenere quella posizione di potere, dopo che questo era stato a luogo dominato dai discendenti dell'aristocrazia Spagnola sbarcata. Evo Morales è salito al potere sull'onda di vari movimenti sociali in Bolivia, tra cui spicca la "guerra dell'acqua" che ha avuto luogo a Cochabamba, la terza città della Bolivia, nel 2000. Le guerre dell'acqua erano state avviate dopo che la Banca Mondiale aveva costretto la Bolivia a privatizzare l'acqua di modo che le aziende americane ed europee avrebbero potuto entrare e acquistare i diritti dell'acqua boliviana, il che significava che le persone nella nazione più povera del Sud America non potevano nemmeno bere l'acqua piovana senza pagare le compagnie Americane ed Europee per il "diritto" di usarla. Così si alzò la rivolta e Evo Morales si sollevò con essa. Ora Morales e Chavez rappresentano la "nuova sinistra" in America Latina, e con essa, la crescita dei sentimenti anti-imperialisti Americani.
In Iran, che definisce se stesso molto più dal nazionalismo che dalle polarità etniche, è diventato un obiettivo principale dell'egemonico ordine mondiale occidentale, in quanto si trova in cima ad ingenti riserve di petrolio e di gas, ed è anti-Americano in modo virulento e fermemente contrario all'egemonia occidentale in Medio Oriente. Tuttavia, con l'aumento della retorica anti-Americana contro l'Iran, le sue elite di regime e politiche sono ulteriormente incoraggiate e politicamente rafforzate dalla gente, la maggiornaza della quale è povera.
Le condizioni sociopolitiche economiche globali sono direttamente correlate alla nascita e all'espansione del 'risveglio politico globale'. A partire dal 1998, "3 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno, mentre 1,3 miliardi tirano avanti con meno di 1 dollaro al giorno. Il 70 percento di coloro che vivono con meno di 1 dollaro al giorno sono donne."[41] Nel 2003, da una relazione della Banca Mondiale è emerso che "Una minoranza della popolazione mondiale (17%) consuma la maggior parte delle risorse mondiali (80%), lasciando quasi 5 miliardi di persone a vivere del restante 20%. Come risultato, miliardi di persone vivono senza le necessità di base - cibo, acqua, alloggi e strutture igienico sanitarie."[42]
Riguardo alla povertà e alle statistiche della fame,"Oltre 840 milioni di persone nel mondo soffrono di malnutrizione, 790 milioni di loro sono nel mondo in via di sviluppo. Purtroppo, oltre 153 milioni di loro sono di età inferiore ai 5 anni (la metà dell'intera popolazione degli Stati Uniti)." Inoltre "Ogni giorno, 34.000 bambini sotto i cinque anni muoiono di fame o di altre malattie legate alla fame. Ciò si traduce in 6 milioni di morti l'anno." Ciò equivale a un "Olocausto da fame" che avviene ogni anno. A partire dal 2003 "dei 6,2 miliardi di persone al mondo, 1,2 miliardi vivono con meno di 1 dollaro al giorno. Quasi 3 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno."[43]
Nel 2006 una innovativa e completa relazione rilasciata dall'Istituto Mondiale di Ricerca sullo Sviluppo Economico dell'Università delle Nazioni Unite (UNU-WIDER) riferì che "il 2% degli adulti più ricchi del mondo possiede più della metà della ricchezza delle famiglie a livello mondiale." Un dato incredibilmente sorprendente era quello che:

L'1 percento più ricco degli adulti da solo possedeva nel 2000 il 40% del patrimonio globale, e che il 10% più ricco degli adulti ne possedeva l'85% del totale mondiale. Al contrario, la metà inferiore della popolazione adulta mondiale possedeva appena l'1% della ricchezza globale [44].
Questo è utile ripeterlo: l'1% possiede il 40% del patrimonio globale, il 10% al top possiede l'85% del patrimonio mondiale, e il 50% della parte inferiore possiede l'1% del patrimonio mondiale, una cifra che fa riflettere, davvero. C'è qualcosa di marcio in Danimarca.
La relazione del Millenium Development Goals (MDG) afferma che nel 2009 "una popolazione stimata dai 55 ai 90 milioni di persone in più vivranno in povertà estrema rispetto a quanto anticipato prima della crisi." Inoltre "la tendenza incoraggiante nell'eradicazione della fame che si era avuta dai primi anni '90 si è invertita nel 2008, soprattutto a causa dei prezzi elevati dei prodotti alimentari." La fame, nelle regioni in via di sviluppo, è salita al 17% nel 2008, e "sono i bambini che sopportano il peso degli oneri."[45]
Nel mese di Aprile del 2009, una delle maggiori associazioni caritatevoli a livello mondiale, Oxfam, riportò che i due trilioni di dollari dati per salvare le banche sarebbero potuti bastare "per porre fine alla povertà estrema globale per 50 anni."[46] Nel settembre del 2009, Oxfam riferì che la crisi economica "stà costringendo 100 persone al minuto alla povertà". Oxfam dichiarò che "i paesi in via di sviluppo in tutto il mondo stanno lottando per far fronte alla recessione globale che continua a tagliare i redditi, a distruggere i posti di lavoro e ha contribuito a portare il numero totale di persone affamate nel mondo a oltre 1 miliardo."[47]
La crisi finanziaria ha colpito il mondo "in via di svipuppo" molto più duramente rispetto alle nazioni sviluppate occidentali del mondo. Le Nazioni Unite segnalavano nel marzo del 2009 che "la riduzione della crescita nel 2009 costerà circa 18 miliardi di dollari, o 46 dollari a testa, alle 390 milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povertà nella zona Sub-sahariana" e "Questa proiezione di perdita rappresenta il 20 per cento del reddito pro capite dei poveri dell'Africa - un'immagine che ridimensiona la perdita sostenuta nel mondo sviluppato."[48]
Così, la maggiornaza della popolazione mondiale vive in povertà assoluta e in slogatura sociale. Questo è il risultato diretto dell'ordine mondiale globalizzato che si è avuto e che è in costruzione. Ora, mentre la stessa infrastruttura viene ulteriormente istituzionalizzata e sviluppata, le persone vengono catapultate nel 'risveglio' come mai avvenuto prima. La loro povertà estrema li spinge al risveglio.Vi è una nozione apparentemente persa che è quella di giudicare una società da come tratta i più deboli: i poveri. La povertà forza una persona a guardare il mondo in modo diverso, mentre si vedono i duri vincoli che la società ha imposto allo spirito umano. La vita non può basarsi semplicemente sulla lotta per far fronte ai pagamenti di settimana in settimana: per permettersi l'acqua, il riparo e il cibo, e vivere secondo i dettami del denaro e del potere.
Contemplando la storia, si vede che la grandezza dell'umanità può svilupparsi in alcune delle società più oppressive. La Russia, una nazione che non ha mai sperimentato nella sua storia politica una vera libertà per l'individuo, è riuscita a produrre alcuni dei nomi più grandi nel campo della musica, dell'arte, dell'espressione e della letteratura, come una protesta vibrante di umanità da una società così sopraffatta dalla necessità di controllo. E il fatto che tali trionfi dello spirito umano possono venire da queste tirannie sulla natura umana è un'esibizione che mostra il grande mistero degli esseri umani. Perchè si devasta l'umanità assoggettandola alla povertà? Pensate alla differenza che ci potrebbe essere se fosse consentito a tutta l'umanità di prosperare individualmente e collettivamente; pensate a tutte le idee, all'arte, all'espressione, all'intelligenza e bellezza che noi non stiamo ricevendo da coloro che non hanno voce.
Fino a quando non affronteremo la questione fondamentale, qualsiasi nozione di umanità come esseri 'civilizzati' sarà un gioco cinico. Se essa è la civiltà umana, noi non l'abbiamo ancora abbastanza immaginata. Noi non abbiamo ancora una corretta definizione di 'civilizzata', e necessitiamo di rendere essa 'umana'.
L'Occidente e il Risveglio
Le classi medie del mondo occidentale, stanno subenbo una transizione drammatica, particolarmente sulla scia della crisi economica globale. Nei decenni precedenti, la classe media è diventata una classe basata sul debito, il cui consumo si basava quasi interamente sul debito, e così la loro capacità di consumare e di essere la base sociale del sistema capitalista, ma è una mera finzione. Mai nella storia la classe media, e soprattutto i giovani che hanno un diploma universitario all'interno del mercato del lavoro più duro degli ultimi decenni, ha sperimentato un tale pericolo.[49]
La crisi del debito globale, che comincia in Grecia, e si diffonde in tutta l'economia della zona euro della Spagna, del Portogallo, dell'Irlanda e, in definitiva, l'intera UE, consumerà ulteriormente il Regno Unito, il Giappone e arriverà fino in America.[50] Questa sarà una crisi del debito veramente globale. Le misure del governo per affrontare la questione del debito si focalizzano sull'implementazione di 'misure di austerità fiscale' per ridurre l'onere del debito ed eseguire i pagamenti degli interessi sui loro debiti.
'Austerità fiscale' è un termine vago che in realtà si riferisce al taglio della spesa sociale e all'aumento delle tasse. L'effetto che questo ha è che il settore pubblico è devastato, mentre tutte le attività vengono privatizzate, i lavoratori pubblici sono licenziati in massa, la disoccupazione diventa dilagante, la sanità e l'istruzione scompaiono, le tasse aumentano in maniera drammatica, e le monete vengono svalutate per rendere i beni più economici da comprare per le multinazionali e le banche, mentre a livello interno provocano inflazione - aumentando drasticamente i costi del carburante e del cibo. In breve, 'austerità fiscale' implica 'distruzione sociale' mentre i fondamenti sociali delle nazioni e dei popoli sono spazzati via sotto di loro. Gli Stati quindi diventano dispotici e opprimono la popolazione, che naturalmente si rivolta contro 'l'austerità': la sterilizzazione della società.
'L'austerità fiscale' si abbattè sul mondo in via di sviluppo attraverso gli anni '80 e '90 del novecento, in risposta alla crisi del debito degli anni '80 che aveva consumato l'America Latina, l'Africa e alcune zone dell'Asia. Il risultato delle misure di austerità imposte alle nazioni dalla Banca Mondiale e dal FMI è stato lo smantellamento sociale delle nuove società e la loro successiva riduzione in schiavitù da parte dei creditori internazionali del FMI, della Banca Mondiale, delle società occidentali e delle banche. Era un'epoca di imperialismo economico, e il FMI è stato uno strumento fondamentale di questo progetto imperiale.
Mentre la crisi del debito che vediamo oggi dispiegarsi spazza via il mondo, il FMI si stà di nuovo muovendo per imporre 'austerità fiscale' alle nazioni in cambio di prestiti a breve termine verso i paesi per pagare gli interessi sui loro debiti esorbitanti, che sono dovuti principalmente alle maggiori banche europee e americane. Le nazioni occidentali hanno deciso di imporre l'austerità fiscale,[51] che in realtà infiamma solo la crisi, approfondisce la depressione e distrugge le basi sociali dell'Occidente in modo che rimanga solo l'apparato autoritario del potere statale - la polizia, i militari, l'apparato di 'sicurezza' della patria - il quale è impegnato contro le persone per proteggere il potere dello status quo.
Il FMI ha anche percorso la crisi economica globale con una nuovo programma, concedendo prestiti con la propria valuta sintetica - i Diritti Speciali di Prelievo (DSP) - un paniere di valute di riserva internazionale. Il G20 dell'Aprile del 2009 ha concesso al FMI il potere di iniziare a introdurre gradualmente i diritti speciali di prelievo nelle emissioni, facendo in modo che il FMI diventi effettivamente una banca centrale globale che emette una moneta globale.[52] Così, attraverso questa crisi globale del debito, saranno erogati a livello mondiale i diritti speciali di prelievo - sia in modo efficiente che in abbondanza - mentre le nazioni necessiteranno di importanti afflussi di capitali e prestiti per riuscire a pagare gli interessi, o in caso di default. Questo avverrà ad un ritmo così rapido che non sarebbe pensabile senza una crisi economica globale. Lo stesso è avvenuto negli anni '80, mentre la natura dei "Programmi di aggiustamento strutturale" (PAS) non poteva essere valutata come dannosa alle condizioni economiche e, in definitiva, socialmente devastante, per quei paesi che avevano bisogno di denaro rapidamente (come le crisi del debito sparse nei paesi in via di sviluppo) e non erano nella posizione di negoziare. Oggi, la 'globalizzazione' della crisi del debito degli anni '80, avverrà su una scala molto più grande e devastante, e la reazione sarà ugualmente globalizzata e devastante: il proseguimento della 'global governance'.
Mentre l'austerità colpisce l'Occidente, la classe media sparirà nell'oscurità, in quanto essa sarà assorbita nella più bassa classe lavorativa.[53] I giovani della classe media occidentali, che comprendono la maggior parte dei giovani istruiti, saranno esposti ad una 'povertà di aspettative' perchè erano cresciuti in un mondo dove tutto era stato loro promesso, e nel quale ogni cosa poteva essere ottenuta facilmente. L'inevitabilità delle proteste, delle rivolte e delle possibili ribellioni sono sicure come il sorgere del sole [54].
Negli Stati Uniti, l'emerge del movimento del Tea Party è sintomo - in gran parte - di una crescente insoddisfazione verso il governo e l'economia. Naturalmente, come ogni gruppo, ha i suoi elementi marginali e radicali, che tendono a richiamare l'attenzione della maggioranza dei media, che tentano di condizionare l'opinione pubblica, ma il nucleo e la forza trainante del movimento è la nozione della disaffezione popolare verso il governo. Qualunque cosa si pensi della legittimità di tali proteste, le persone non sono contente, e la gente è in piazza. E così è.
Anche gli intellettuali di sinistra hanno parlato pubblicamante ammonendo a non semplificare e a non fare facili riduzioni del movimento Tea Party come marginale e radicale. Uno di tali individui, Noam Chomsky, parlando in una Università nel mese di Aprile del 2010, ha avvertito che sentiva che il fascismo stava arrivando in America, e ha spiegato che "ridicolizzare la disonestà del Tea Party
è un grave errore", mentre i loro atteggiamenti "sono comprensibili." Egli ha spiegato:"per oltre 30 anni i redditi reali hanno subito una stagnazione o un calo. Ciò è in gran parte la conseguenza della finanziarizzazione dell'economia degli anni '70 del novecento". Si tratta di 'risentimento di classe', mentre "i banchieri, che sono i primi responsabili della crisi, stanno ora godendosi i loro bonus da record, mentre il tasso di disoccupazione ufficiale è intorno al 10% e la disoccupazione nel settore manifatturiero è a livelli da Depressione." Lo stesso settore finanziario è direttamente collegato a Obama, che stà sostenendo i loro interessi, e le persone lo stanno notando.[55]
Un'altro importante intellettuale della sinistra femminista, Naomi Wolf, scrisse un libro sulla nascita del fascismo in America durante l'amministrazione Bush, e molti dei suoi messaggi vengono raccolti dal movimento Tea Party, mentre quelli di destra che la ascoltavano concordavano con la Wolf durante l'amministrazione Bush (una minoranza considerevole), hanno dato poi un impulso alla nascita del movimento Tea Party e a molte delle sue idee chiave e originali. In un'intervista del marzo 2010, la Wolf ha spiegato che le sue idee sono ancora più rilevanti sotto Obama che sotto Bush. Ha spiegato:"Bush ha legalizzato la tortura, ma Obama stà legalizzando l'impunità. Egli promise di far rotolare questa roba indietro, ma la stà istituzionalizzando per sempre. E' terrificante e la sinistra sembra non riconoscerlo." Ha spiegato come la sinistra, mentre era attiva sotto Bush, è stata tranquillizzata sotto Obama, e che c'è un potenziale di veri intellettuali, e per le persone più in generale è più importante collegare gli uni agli altri intorno a tutto lo spettro. Ha spiegato:
Sono stata invitata dai sostenitori di Ron Paul alla loro riunione a Washington la scorsa estate e mi è piaciuto. Ho incontrato un sacco di persone che rispetto, un sacco di gente 'comune', come di non privilegiati. Loro stavano dirigendosi al piatto, mentre l'abito della mia appartenenza demografica liberale privilegiata se ne andava in giro a piagnucolare. E' stato un campanello d'allarme per i libertari che ci fossero dei progressisti che si preoccupano così tanto per gli stessi problemi. Le loro idee dei liberali sono altrettanto distorte come lo sono le nostre dei conservatori.[56]
Riguardo al movimento Tea Party, la Wolf aveva da dire questo:"Il Tea Party non è monolitico. C'è una battaglia tra le persone che hanno a cuore la libertà e la Costituzione e L'Establishment Repubblicano che stà cercando di assumere la paternità di esso e dirottarlo verso i propri fini." Inoltre ha spiegato che il Tea Party "è in anticipo sui tempi" su certe questioni:"Io solevo pensare che 'la fine della FED' era una cosa stravagante. Il quadro dei media da loro disegnato come squilibrato. Ma si è scoperto che avevano buone ragioni per avere una maggiore sorveglianza."[57]
Nel tempo altri si uniranno al movimento Tea Party e a nuovi gruppi di attivisti; i movimenti contro la guerra dovranno rivitalizzarsi o moriranno; da quando Obama è diventato Presidente la loro influenza, la loro voce e la loro dignità è quasi del tutto scomparsa. Sono diventati una voce pacificata, e il loro silenzio è complicità, di consegueza il movimento contro la guerra deve riaccendersi e rinvigorire o si decomporrà. La diffidenza della 'Sinistra' verso le corporation deve fondersi con la diffidenza della 'Destra' verso il governo per creare una fiducia nelle 'persone'. Presto gli studenti si uniranno alle proteste, e le questioni del movimento Tea Party e di altri come questo, possono diventare più raffinate e consapevoli.
Quando le classi medie occidentali sono ridotte in povertà, questo rafforza un risveglio, perchè quando le persone non hanno nulla, non hanno niente da perdere. L'unico modo che hanno i poteri consolidati mondiali di mantenere ed espandere il loro potere è il consenso ignorante delle popolazioni occidentali. Le questioni della guerra, dell'impero, dell'economia e del terrore danno forma alla pubblica opinione e permettono ai pianificatori sociali di reindirizzare e ricostituire la società. La gente dell'occidente ha permesso che avvenisse la propria esclusione in quanto tale, e ha permesso ai nostri governanti di essere così spietati in nostro nome. La gente è stata accecata dal consumismo e dal divertimento. Le immagini delle celebrità, lo sport professionistico, Hollywood, l'iPod, il Blackberry e il Pc consumano le menti delle persone, e specialmente dei giovani occidentali di oggi. E' stata l'illusione di diventare una classe di consumo che ha fatto in modo che la nostra società diventasse così avvelenata. Finchè abbiamo i nostri televisori e i nostri pc non presteremo attenzione a nessun'altra cosa!
Quando la capacità di consumare viene meno, la gente entra in una fase di grande risveglio. Questo darà luogo a nuovi grandi movimenti politici, molti progressivi ma alcuni regressivi, alcuni marginali e radicali, altri violenti e tirannici, ma completamente nuovi e fondamentalmente globali. Questa sarà l'era nella quale le persone inizieranno a realizzare che c'è una grande verità in queste parole di Martin Luther King:"L'ingiustizia in ogni luogo è una minaccia alla giustizia in qualsiasi luogo." Così la lotta degli Africani diventerà la lotta degli Americani: ci sarà libertà per tutti o per nessuno.
Questa è la pricipale realtà geopolitica e la pricipale minaccia mondiale alle strutture del potere globale. Nessuno sviluppo in tutta la storia umana rappresenta, come questo, una sfida monumentale allo status quo. Mentre le strutture di potere globale non avevano mai rappresentato prima d'ora una simile monumentale minaccia per l'umanità, l'umanità non aveva mai rappresentato una tale minaccia al potere istituzionalizzato. Per ogni azione c'è una reazioe uguale e contraria. Anche se le elite pensano di fare veramente girare il mondo, la natura umana ha un suo modo di esporre i difetti di questa ipotesi. La natura umana non è destinata ad essere 'controllata', ma piuttosto vuole essere nutrita.
Una visione dall'Alto
Anche in questo caso è importante andare alle parole di Brzezinski, nel descrivere questa nuova realtà geopolitica, in quanto fornisce una grande intuizione non solo di come è definito il 'risveglio politico globale', ma ancora più importante, di come viene percepito da coloro che detengono il potere. Nel 2004, Brzezinski tenne un discorso alla Carnegie Council in occasione del suo libro del 2004 "The Choice" (La Scelta). Il Carnegie Council è un think tank di elite con sede negli Stati Uniti, cosicchè Brzezinski stava parlando a coloro che erano potenzialmente negativamente influenzati da un tale risveglio. Brzezinski dichiarò che la politica estera americana sulla scia del 9/11 - la "Guerra al Terrore" - stava rappresentando una grande sfida all'egemonia americana, perchè essa aveva ulteriormente isolato gli Stati Uniti e danneggiato la credibilità della nazione, mentre essa aveva nascosto i problemi con una retorica virulenta che aveva ulteriormente infiammato la sfida vera e propria: il risveglio politico globale. Egli affermò:

La diagnosi errata [in politica estera], concerne in una relativamente vaga definizione semi-teologica, eccessivamente astratta e di grande impatto emotivo, della minaccia principale che dobbiamo affrontare oggi nel mondo, e il conseguente disprezzo di quello che io vedo come una sfida globale senza precedenti derivante dal singolare fenomeno di un vero grande risveglio politico globale dell'umanità. Noi viviamo in un'epoca in cui una larga parte dell'umanità stà diventando politicamente consapevole e politicamente attiva ad un livello senza precedenti, e questa è la condizione che stà producendo una grande quantità di turbolenze internazionali.
Ma non ci stiamo concentrando su di essa. Noi ci stiamo concentrando in particolare su una parola, che viene elevata come uno spettro, definita come un'entità, presentata come qualcosa di unificato, ma estranea a qualsiasi evento o luogo, e quella parola è terrorismo. La sfida globale di oggi, sulla base della quale noi tendiamo a operare politicamente, è la definizione di terrorismo, come di portata globale e come sfida principale del nostro tempo.
Non nego che il terrorismo sia una realtà, una minaccia per noi, una brutta minaccia e una manifestazione viziosa. Ma esso è un sintomo di qualcosa di più grande e complicato, collegato alle agitazioni globali che stanno avendo luogo in molte parti del mondo e si manifestano in diversi modi.
Questa agitazione è il prodotto del risveglio politico, il fatto che oggi grandi masse del globo non sono politicamente neutrali, come erano sempre state nella storia. Esse sono politicamente consapevoli. Possono essere indefinite, puntare in direzioni diverse, possono essere primitive, possono essere intolleranti, possono essere odiose, ma è una forma di attivismo politico.[58]
Brzezinski spiega che l'alfabetizzazione ha favorito una maggiore consapevolezza politica, metre la tv ha creato una conoscenza immediata delle disparità a livello mondiale, e internet ha fornito una comunicazione istantanea. Inoltre, dice Brzezinski:"Molto di questo è anche spinto dall'impatto che l'America ha nel mondo", o in altre parole, L'imperialismo Americano economico, politico e culturale; e ulteriormente:"Buona parte di esso è alimentato anche dalla globalizzazione, che gli Stati Uniti propongono, favoriscono e progettano, in virtù del fatto di essere globalmente una società con una spinta verso l'esterno." Brzezinski avverte:"Ma che contribuisce anche all'instabilità, e stà cominciando a creare qualcosa di completamente nuovo, vale a dire, una qualche nuova sfida ideologica o dottrinale che possa riempire il vuoto lasciato dalla scomparsa del comunismo." Brzezinski spiega che il comunismo è emerso nel secolo scorso come un'alternativa, però, oggi:

Esso è completamente screditato, e abbiamo un vuoto pragmatico nel mondo di oggi per quanto riguarda le dottrine. Ma io vedo gli inizi, negli scritti e nei fermenti, della realizzazione di una dottrina che coniuga l'anti-americanismo con l'anti-globalizzazione, e le due potrebbero diventare una forza potente in un mondo che è molto disuguale e turbolento.[59]
In una domanda seguita al discorso di Brzezinski, gli è stato chiesto di estendere il modo di presentare il concetto e di ricondurlo al 'risveglio politico globale'. Brzezinski ha spiegato che :"Noi abbiamo a che fare con il mondo così com'è e noi siamo ciò che siamo. Se vogliamo usare il nostro potere intelligentemente e se noi vogliamo muoverci nella giusta direzione, non abbiamo scelta ma andiamo avanti in misura maggiore."[60] In altre parole, Brzezinski ha particolareggiato la sua visione di una soluzione ai problemi del mondo nella creazione delle condizioni per la governance globale; essi devono compierla in una 'misura maggiore', e questo è il modo di "utilizzare [il loro] potere in modo intelligente." La soluzione al 'risveglio politico globale', nella visione dall'alto, è quella di continuare a creare l'apparato di un governo oppressivo globale.
Il 23 Aprile 2010,
Zbigniew Brzezinski è andato a Montreal al Council on Foreign Relations per pronunciare un discorso durante un evento organizzato congiuntamente dal Canadian International Counci (CIC), la controparte Canadese dello statunitense Council on Foreign Relations, e dal britannico Chatam House. Questo raggruppa molta elite politica, intellettuale, sociale ed economica del Canada. Nel suo discorso Brzezinski mostra la ripartizione della moderna realtà geopolitica:

Vorrei cominciare dando solo una coincisa definizione del contesto geopolitico nel quale noi tutti ci troviamo, incluso l'America. E' mia opinione che il nuovo contesto geopolitico è definito per lo più da da due nuove realtà globali. La prima è che la leadership politica globale - e con questo intendo il ruolo di alcune principali potenze mondiali - è diventata ora più diversificata a differenza di quello che era fino a tempi relativamente recenti. Ancora in tempi recenti, il mondo era dominato dal mondo Atlantico, come lo era stato per molti secoli. Non lo è più. Oggi l'ascesa del lontano oriente ha creato una nuova, ma molto più differenziata leadership globale. Questa in poche parole coinvolge - possiamo azzardare - una lista arbitraria dei pricipali giocatori sulla scena mondiale: gli Stati Uniti, chiaramente, e forse, accanto a essi - ma forse - l'Unione Europea, dico forse perchè non è ancora un'entità politica; certo, in modo crescente e visibile, la Cina, la Russia fondalmentalmente da un solo punto di vista, perchè è una potenza nucleare equivalente agli Stati Uniti, altrimenti è molto carente in tutti i maggiori settori che costituiscono il potere globale. Dietro la Russia, forse individualmente, ma in misura molto più ridotta, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, il Giappone, certamente, anche se non possiede una posizione politica affermata; l'India è in ascesa, e poi sullo sfondo di tutto ciò abbiamo la nuova entità del G20, una leadership globale molto più diversificata, che manca di unità interna, con molti dei suoi membri coinvoli in antagonismi bilaterali. Ciò rende il contesto molto più complicato.
L'altro importante cambiamento negli affari internazionali è che per la prima volta, in tutta la storia umana, l'umanità si è politicamente risvegliata. Questa è una realtà totalmente nuova. Non è stato così per la maggior parte della storia umana, fino agli ultimi cento anni. E nel corso degli ultimi cento anni il mondo si è risvegliato politicamente. E non importa dove si vada, la politica è una questione di impegno sociale, e la maggior parte delle persone sanno cosa stà generalmente accadendo nel mondo, e sono coscientemente consapevoli delle ingiustizie globali, delle disuguaglianze, della perdita di rispetto, dello sfruttamento. L'umanità è adesso politicamente risvegliata ed eccitata. La combinazione delle due: la leadership globale diversificata e le masse politicamente risvegliate, rende il contesto molto più difficile per qualsiasi grande potenza inclusi, attualmente, la potenza leader mondiale: gli Stati Uniti. [61]
Conclusione
Così, la rivoluzione tecnologica ha portato a due realtà geopolitiche diametralmente opposte, antagoniste e conflittuali: mai prima d'ora l'umanità si era così risvegliata sulle questioni del potere, sullo sfruttamento, sull'imperialismo e sul dominio; e allo stesso tempo, mai prima d'ora le elite sono state con un orientamento così transnazionale e globale, e con la capacità di imporre un sistema veramente globale di dispotismo scientifico e oppressione politica. Queste sono le due principali realtà geopolitiche del mondo attuale. Riflettete su questo. Mai in tutta la storia umana l'umanità è stata così in grado di raggiungere un vero e proprio risveglio politico globale psico-sociale, ne mai prima d'ora l'umanità era mai stata in un tale pericolo di essere sottoposta a un totalitarismo scientifico veramente globale, potenzialmente più oppressivo di qualsiasi altro sistema conosciuto prima, e senza dubbio più capace di imporre un dispotismo permanente a tutta l'umanità. Quindi siamo pieni di speranza, ma guidati dall'urgenza. In tutta la storia umana, non c'erano mai state le potenzialità, ne le ripercussioni delle azioni umane e delle idee erano mai state così monumentali.
Improvvisamente, le elite globali si trovano ad affrontare la realtà di cercare di dominare le popolazioni che stanno diventando sempre più consapevoli di sè e stanno sviluppando una coscenza globale. Così, una popolazione che viene sottomessa in Africa ha la capacità di diventare consapevole di una popolazione che è sottoposta alla stessa forma di dominazione in Medio Oriente, in Sud America o in Asia, e può riconoscere che tutti sono dominati dalle stesse strutture di potere globale. Questo è un punto chiave: non è solo il risveglio globale nella sua portata, ma nella sua natura; esso crea all'interno dell'individuo una consapevolezza della condizione globale. Quindi si tratta di un 'risveglio globale' sia nell'ambiente esterno che nella psicologia interna.
Questa nuova realtà mondiale, insieme al fatto che la popolazione mondiale non è mai stata così vasta, rappresenta una sfida per le elite che cercano di dominare le persone di tutto il mondo che diventano consapevoli e risvegliate alla realtà della disuguaglianza sociale, della guerra, della povertà, dello sfruttamento, della mancanza di rispetto, dell'imperialismo e della dominazione. Questo implica direttamente che queste popolazioni saranno molto più difficilmente controllabili: economicamente, politicamente, socialmente, psicologicamente e spiritualmente. Così, dal punto di vista dell'oligarchia mondiale, l'unico metodo per imporre l'ordine e il controllo - su questa unica e storica condizione umana - è attraverso il caos organizzato della crisi economica, della guerra, e la rapida espansione e l'istituzionalizzazione di una dittatura scientifica globale. La nostra speranza è la loro paura, e la nostra paura più grande è la loro unica speranza.
Come Charles Dickens scrisse una volta:"Era il migliore dei momenti, è stato il peggiore dei tempi." Questo non è mai stato così vero come oggi.
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Questa è la prima parte della serie divisa in tre parti "La rivoluzione tecnologica e il futuro della libertà"
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Andrew Gavin Marshall è un ricercatore associato al Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione, e studia economia politica e storia in Canada. E' co-editore, con Michel Chossudovsky, del recente libro, "The Global Economic Crisis: The Great Depression of the XXI Century," disponibile su Globalresearch.ca.

Note


[1]        Zbigniew Brzezinski, The Global Political Awakening. The New York Times: December 16, 2008: http://www.nytimes.com/2008/12/16/opinion/16iht-YEbrzezinski.1.18730411.html

[2]        Zbigniew Brzezinski, “Major Foreign Policy Challenges for the Next US President,” International Affairs, 85: 1, (2009), page 53 (emphasis added)

[3]        AFP, A new brain for Barack Obama. The Economist: March 14, 2007: http://www.economist.com/blogs/democracyinamerica/2007/03/a_new_brain_for_barack_obama

[4]        Zbigniew Brzezinski, The Dilemma of the Last Sovereign. The American Interest Magazine, Autumn 2005: http://www.the-american-interest.com/article.cfm?piece=56

[5]        Ibid.

[6]        Ibid.

[7]        Ibid.

[8]        Ibid.

[9]        Ibid.

[10]      Ibid.

[11]      Ibid.

[12]      Michael Collins, Brzezinski: On The Path To War With Iran. Global Research: February 25, 2007: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=4920

[13]      Andrew Gavin Marshall, Origins of the American Empire: Revolution, World Wars and World Order. Global Research: July 28, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14552 ; see sections, “World War Restructures World Order,” and “Empire, War and the Rise of the New Global Hegemon,” for a look at this interlocking network of think tanks.

[14]      John Stauber and Sheldon Rampton, The Father of Spin: Edward L. Bernays & The Birth of PR. PR Watch, Second Quarter 1999, Volume 6, No. 2: http://www.prwatch.org/prwissues/1999Q2/bernays.html

[15]      Andrew Gavin Marshall, Origins of the American Empire: Revolution, World Wars and World Order. Global Research: July 28, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14552 ; Andrew Gavin Marshall, Controlling the Global Economy: Bilderberg, the Trilateral Commission and the Federal Reserve. Global Research: August 3, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14614

[16]      Andrew Gavin Marshall, Controlling the Global Economy: Bilderberg, the Trilateral Commission and the Federal Reserve. Global Research: August 3, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14614

[17]      Zbigniew Brzezinski, Between Two Ages: America’s Role in the Technetronic Era. (Viking Press, New York, 1970), page 10

[18]      Ibid, page 12.

[19]      Ibid, page 29.

[20]      Ibid, page 97.

[21]      Ibid.

[22]      Andrew Gavin Marshall, Controlling the Global Economy: Bilderberg, the Trilateral Commission and the Federal Reserve. Global Research: August 3, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14614

[23]      Michel J. Crozier, Samuel P. Huntington and Joji Watanuki, The Crisis of Democracy. (Report on the Governability of Democracies to the Trilateral Commission, New York University Press, 1975), page 61

[24]      Ibid, page 62.

[25]      Ibid, page 71.

[26]      Ibid, pages 74-75

[27]      Ibid, page 77.

[28]      Ibid, page 93.

[29]      Ibid, pages 113-114.

[30]      Ibid, page 115.

[31]      Andrew Gavin Marshall, Forging a “New World Order” Under a One World Government. Global Research: August 13, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14712

[32]      Anne-Marie Slaughter, The Real New World Order. Foreign Affairs: September/October, 1997: pages 184-185

[33]      Richard N. Gardner, The Hard Road to World Order. Foreign Affairs: April, 1974: page 556

[34]      Ibid, page 558.

[35]      Ibid.

[36]      Strobe Talbott, America Abroad. Time Magazine: July 20, 1992: http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,976015,00.html

[37]      Ibid.

[38]      David Rothkopf, Superclass: The Global Power Elite and the World They are Making. (Toronto: Penguin Books, 2008), pages 315-316

[39]      Gideon Rachman, And now for a world government. The Financial Times: December 8, 2008: http://www.ft.com/cms/s/0/7a03e5b6-c541-11dd-b516-000077b07658.html

[40]      Ibid.

[41]      Jeff Gates, Statistics on Poverty and Inequality. Global Policy Forum: May 1999: http://www.globalpolicy.org/component/content/article/218/46377.html

[42]      Social & Economic Injustice, World Centric, 2004: http://worldcentric.org/conscious-living/social-and-economic-injustice

[43]      Ibid.

[44]      GPF, Press Release: Pioneering Study Shows Richest Own Half World Wealth. Global Policy Forum: December 5, 2006: http://www.globalpolicy.org/component/content/article/218/46555.html

[45]      UN, The Millennium Development Goals Report 2009. United Nations, New York, 2009: page 4

[46]      G20 Summit: Bank bailout would end global poverty, says Oxfam. The Telegraph: April 1, 2009: http://www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/g20-summit/5087404/G20-Summit-Bank-bailout-would-end-global-poverty-says-Oxfam.html

[47]      Press Release, 100 people every minute pushed into poverty by economic crisis. Oxfam International: September 24, 2009: http://www.oxfam.org/en/pressroom/pressrelease/2009-09-24/100-people-every-minute-pushed-poverty-economic-crisis

[48]      Press Release, Financial crisis to deepen extreme poverty, increase child mortality rates – UN report. UN News Center: March 3, 2009: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=30070

[49]      Andrew Gavin Marshall, Western Civilization and the Economic Crisis: The Impoverishment of the Middle Class. Global Research: March 30, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18386

[50]      Andrew Gavin Marshall, Debt Dynamite Dominoes: The Coming Financial Catastrophe. Global Research: February 22, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=17736

[51]      Reuters, G20 communique after meeting in South Korea. G20 Communiqué: June 5, 2010: http://www.reuters.com/article/idUSTRE6540VN20100605

[52]      Andrew Gavin Marshall, Forging a “New World Order” Under a One World Government. Global Research: August 13, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14712 ; or for a more succinct analysis, Andrew Gavin Marshall, The Financial New World Order: Towards a Global Currency and World Government. Global Research: April 6, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13070

[53]      Andrew Gavin Marshall, Western Civilization and the Economic Crisis: The Impoverishment of the Middle Class. Global Research: March 30, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18386

[54]      Andrew Gavin Marshall, The Global Economic Crisis: Riots, Rebellion and Revolution. Global Research: April 7, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18529

[55]      Matthew Rothschild, Chomsky Warns of Risk of Fascism in America. The Progressive: April 12, 2010: http://www.progressive.org/wx041210.html

[56]      Justine Sharrock, Naomi Wolf Thinks the Tea Parties Help Fight Fascism -- Is She Onto Something or in Fantasy Land? Alternet: March 30, 2010: http://www.alternet.org/news/146184/naomi_wolf_thinks_the_tea_parties_help_fight_fascism_--_is_she_on_to_something_or_in_fantasy_land__

[57]      Ibid.

[58]      Zbigniew Brzezinski, The Choice: Global Domination or Global Leadership. Speech at the Carnegie Council: March 25, 2004: http://www.cceia.org/resources/transcripts/4424.html

[59]      Ibid.

[60]      Ibid.

[61]      Zbigniew Brzezinski, America’s Geopolitical Dilemmas. Speech at the Canadian International Council and Montreal Council on Foreign Relations: April 23, 2010: http://www.onlinecic.org/resourcece/multimedia/americasgeopoliticaldilemmas

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